di Giacinto De Pasquale

Ci ha lasciati prematuramente il caro amico Pasquale Rima, 61 anni, che per tanti anni, insieme al fratello Egidio, hanno gestito nella zona Gallo D’Oro di Corigliano il “Roxy Bar” autentico crocevia di amicizia e agorà sociale e politico. Nel formulare le più sincere condoglianze alla cara moglie, Rosanna Taranto, ed hai figli Pierfrancesco e Marco, ho deciso di “indirizzare” al caro Pasquale questa lettera.

Caro Pasquale, questa mattina sulla pagina facebook di un conoscente leggo che non sei più tra noi. Ho appreso così che Te ne sei andato, senza averTi potuto salutare, senza aver avuto il tempo di prepararmi a un distacco che lacera e ferisce di dolore la carne e l’anima. Questo accade sempre quando si perde un Amico. L’Amicizia, caro Pasquale, non si perde: è spirito che non si cancella, che resta come arricchimento, che sedimenta nell’intimo e ci consola, che vive nei ricordi e nelle emozioni. L’Amico si perde, momentaneamente come tutte le persone care che ritroverò nella Vita Eterna, ma il momentaneamente durerà comunque tutta la vita terrena; anche se fosse un giorno solo sarebbe un tempo enorme. Mi hai onorato, rallegrato, arricchito con la Tua Amicizia e questo è stato per me molto bello, è stato uno dei tanti segni della Grazia di Dio che ho ricevuto. Credo, sono sicuro che è stato così per tutte le persone che hanno avuto come me questo privilegio. E siamo in tanti oggi sgomenti e sinceramente addolorati. La Tua è stata un’Amicizia fatta di entusiasmo generoso, di grande e disinteressata disponibilità, di appassionata condivisione, di serietà, di un affetto schietto e senza inutili fronzoli. Insomma è stata Amicizia; così io l’ho vissuta; così la terrò con me. Nelle ore che verranno con domani e coi prossimi giorni di questa vita racconterò a quelli che incontrerò dei nostri vecchi Amici cose che forse avranno dimenticato nell’affastellamento dei ricordi di una vita intera e loro mi racconteranno cose che forse ora non mi sovvengono. È così si celebra un Amico, senza retorica, senza bandierine di effimera durata, con l’allegria e la gioia che quei ricordi raccontano perché descrivono una persona come Te, Caro Pasquale, una persona cara, mite, allegra, sincera, generosa, positiva. Ecco alcune delle tante cose per cui sei un Amico indimenticabile. Da quando tu e tuo fratello Egidio avevate chiuso il mitico “Roxy bar” i nostri incontri si sono diradati nel tempo, però ogni volta era come se ci fossimo visti il giorno prima. Non c’era giorno che venissi nel tuo locale per chiacchierare, per un saluto sincero e fraterno e per fare il punto sulla nostra amata Inter. Ricordo ancora come un sogno, perché momento indelebile, l’11 settembre 2001 “l’attentato alle Torri Gemelle” di New York, erano le 15.30 mi apprestavo a salire in Comune, quando nell’entrare nel “Roxy Bar” con te, caro Pasquale, terrorizzati assistevamo al secondo attacco terroristico che seguiva quello della mattina. Ci siamo guardati a lungo terrorizzati e senza parole. E che dire poi di quel fatto di cronaca che, purtroppo segnerà te ed Egidio per sempre e che, ne sono certo, contribuì alla chiusura del locale: l’esecuzione, avvenuta proprio nel “Roxy bar” di Giorgio Cimino, 62 anni, alias “duduella” papà di due pentiti, avvenuta il 24 maggio 2001. Una pagina di orrore che ha segnato tantissimo Pasquale e il fratello Egidio. E quest’ultimo non molti mesi fa mi aveva aggiornato sulle tue non buona condizioni di salute. Mostrai tutto il mio dolore e tristezza, ma, credimi, caro Pasquale ho sempre pregato e sperato affinché tu potessi superare questa ennesima dura prova che ti riservava la vita.  Ecco perché c’è già il vuoto della Tua presenza fisica che s’annunciava con quel Tuo “Salute” quando Ti si incontrava o quando Ti avvicinavi. Ma non c’è, non ci sarà mai un vuoto nel profondo di sentimenti che non temono neppure la morte. Che Dio Ti benedica e Ti accolga come meriti, come ha voluto che meritassi facendoTi attraversare la difficile avventura della sofferenza, che è sempre l’anticamera del Paradiso per i giusti come Te.

Ciao, Amico mio.

E, grazie, grazie, grazie,

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