di Cristian Fiorentino

Si è tenuta nel pomeriggio e nella serata di domenica 6 ottobre scorso, presso la parrocchia “Santa Maria ad Nives” di Schiavonea, l’“Assemblea Diocesana” dell’Arcidiocesi di Rossano Cariati.

Incontro costruttivo per sacerdoti, laici, religiose/i, associazioni e gruppi, in una chiesa completamente gremita e giunti da ogni parrocchia della diocesi. Trattato l’interessante e centrale tema basato sul momento pastorale denominato “Sinodalità e profezia. Per una chiesa comunità di comunità”. Tutti i convenuti hanno risposto presente all’invito per una manifestazione che ha segnato l’inizio del nuovo anno pastorale all’insegna della fase profetica, secondo gli indici del cammino sinodale della Chiesa Italiana.

Ricca e scandita la scaletta dell’evento che, dopo l’accoglienza e il benvenuto, ha proposto la preghiera iniziale, inclusa la supplica per la Calabria, e l’esteso saluto dell’Arcivescovo di Rossano-Cariati Maurizio Aloise. Nel prologo proposta all’assemblea l’icona prescelta per il nuovo anno pastorale e rivolta al “Giubileo della Speranza 2025”. Inno giubilare riecheggiato grazie al peculiare accompagnamento del coro di Spezzano A. diretto da Don Marco Fazio che ha armonizzato la prima parte di incontro. Tre i temi proposti e osservati da Monsignor M. Aloise: ascolto costante della Parola, alimentato dalla preghiera; la Celebrazione Eucaristica come centro della vita comunitaria e la costruzione di una fraternità autentica e aperta al mondo. Introduzione dell’Arcivescovo che ha rilevato la scelta dell’icona biblica della “Pentecoste” ripresa dallo sfondo dell’altare della parrocchia “Maria Madre della Chiesa” in Rossano. Illustrata anche l’immagine di riferimento scelta per l’evento e ripresa dal dipinto presente nella parrocchia di “Maria Madre della Chiesa” a Rossano scalo: i colori, le espressioni e i movimenti degli apostoli in cammino verso la centralità rappresentata dall’“Apostola Prediletta” ossia la Madonna, presente nella stanza superiore del Cenacolo e al centro del ritratto.

Emblema che implica anche gli “apostoli” di oggi ossia i cristiani contemporanei, introdotti nella storia della Salvezza e spronati a condurre il messaggio della Risurrezione, al di là di debolezze, errori e ansie che hanno differenziato il rapporto con Gesù. I lavori sono stati coordinati con grande maestria da Padre Onofrio Farinola. Il programma ha proposto la “Lectio Biblica” vertente gli “Atti degli Apostoli” e la “Pentecoste” dove sono stati sviscerati e analizzati dati e dettagli di una pagina carica di contenuti, compresi quelli visivi. La scelta del brano è stata dettata da Monsignor Erio Castellucci che attraverso il racconto della “Pentecoste” ha inteso indicare “La frase profetica del cammino sinodale iniziato”. La “Pentecoste”, come riportato nel libretto predisposto ad hoc per l’occasione e secondo l’esegesi di Don Luigi Lavia, determina “Il tempo dello Spirito e della Parola” attraverso vari passaggi come la testimonianza, il raccoglimento, la nascita della Chiesa, i simboli e la trasformazione dal Verbo alla Parola. La stessa direzione- da quello che è stato proferito- che dovrebbe acquisire il popolo Cristiano nel sinodo. Evidenziato, oltretutto, il dono dello Spirito Santo come sinonimo di Unità. Edificante e innovativo l’intervento di Fra Luciano Manicardi, biblista della comunità monastica di Bose, Biella, di cui è stato Priore dal 2017 al 2022.

Senza grossi giri di parole e andando al sodo, riferendosi soprattutto alla crisi della Chiesa attuale e allo svuotamento delle parrocchie, Fra L. Minardi ha proposto come espediente piccoli sinodi all’interno delle singole comunità parrocchiali che sappiamo cooperare concretamente tra loro e votate all’ascolto, al proponimento di idee per attuare delle decisioni tangibili. Lo stesso ha rimarcato la decadenza, confermata dalla storia, di vecchie forme di fare chiesa e la nascita di nuovi modelli necessari in prospettiva futura. Saper parlare, ad esempio, alle nuove generazioni attraverso un linguaggio inclusivo capace di stimolare l’interesse dei giovani per iniziare a scoprire la Verità proposta dal Vangelo. Una metodologia nuova, tuttavia, che non può discostarsi dai capisaldi della tradizione da rivedere e riadattare allo stesso modo di come è stato fatto in altri tempi. Entusiasmante esposizione sulla sinodalità nella odierna vita della Chiesa, ripresa dalla primordiale, piccola e carente comunità degli apostoli che ha dovuto far fronte alla crisi della morte di Gesù e al suicidio dello stesso Giuda. Facendo sinodo, gli apostoli hanno saputo passare ad una fase nuova, senza la presenza fisica del Cristo ma consolati e illuminati dalla presenza dinamica e corroborante dello Spirito. Fra L. Manicardi ha segnalato le risorse della profezia calata nell’attuale Chiesa. Lo schema proposto passa dall’inventiva, dando conformazione a ciò che ancora non esiste, plasmando con coraggio e superando gli ostacoli. Il tutto condito con una buona dose di pazienza come principio necessario nei rapporti personali e comunitari al fine di creare empatia. Quindi il dialogo e la dolcezza, sul modello di Gesù, come sostegno della propria speranza. Speranza che sorregge la profezia perché fondata sulla memoria di ciò che Dio ha realizzato nella storia ma anche Speranza intesa come virtù che crea responsabilità in ognuno chiamato ad investire impegno e attività in prospettiva del Regno di Dio. Coinvolgente lo spazio dedicato ai quesiti arrivati dall’assemblea a cui Fra Luciano Manicardi ha offerto spiegazioni e interessanti spunti. A corredo dell’evento presentate le linee guida dell’anno Pastorale che sarà diversificato da avvenimenti internazionali, nazionali e diocesani. Suor Antonia del Mas della congregazione del “Pime” ha sintetizzato i tre filoni di azione che la diocesi ha inteso condividere a carattere vicariale per innescare quelle trasformazioni in sintonia col tema dell’anno diocesano “Come essere Chiesa Sinodale in missione”. Indicativa e anche profetica l’ultima slide proposta da Suor Antonia che ha lanciato la massima “Se si sogna da soli è solo un sogno ma se si sogna insieme è la realtà che prende forma”. Un adagio capace di puntellare la Speranza e il lavoro in questo incipit del nuovo anno pastorale.

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