Fonte: Comunicato stampa
Quando – dichiara Salvatore Martilotti, presidente del “Comitato Pescatori Calabria” - normative dell’Unione europea e vincoli all’utilizzo di tecniche e attrezzi da pesca non sono adeguate alla storia della pesca del mediterraneo, ed in particolare alle specificità nell’uso degli attrezzi stagionali della flotta da pesca artigianale polivalente delle Comunità costiere regionali;
quando la burocrazia contribuisce ad affossare il settore; quando c’è carenza di una programmazione regionale, almeno triennale, in stretta connessione con la “Programmazione UE” e quella nazionale; quando assistiamo al continuo declino della flotta da pesca; quando si finanziano la realizzazione di diversi mercati ittici senza che siano stati mai aperti; quando ancora il prodotto ittico locale non può essere valorizzato per via di una catena distributiva obsoleta; quando non si tiene conto nella gestione del settore delle indicazioni, nell’ambito delle quattro macro-aree più rilevanti della Calabria, della legge di settore vigente (L.R. n.27/04, mai funzionante); quando anche chi dovrebbe tutelare il settore dà una rappresentazione della pesca regionale e locale abbastanza surreale trascurando la profonda crisi che ha messo in ginocchio i produttori e l’intera filiera ittica regionale, allora comprendiamo che siamo in piena campagna elettorale.
Non solo per l’importante appuntamento per il rinnovo del Parlamento europeo, ma anche per il rinnovo di diversi Comuni costieri, alcuni dei quali come Corigliano-Rossano molto rilevanti nell’ambito dell’economia ittica della Calabria. Con un settore pesca in ginocchio, alla politica chiediamo proposte e interventi a sostegno per superare la crisi, soprattutto, per la piccola pesca artigianale. I Comuni costieri dovrebbero essere in prima linea per programmare la realizzazione dei servizi-pesca, sia nell’ambito degli arenili che in quelli portuali, per far svolgere l’attività nel pieno rispetto della legalità ma, soprattutto, per assicurare un futuro a questo importante segmento del settore. In particolare, in alcuni Comuni costieri, come Corigliano-Rossano, per tutelare la storia e l’identità della marineria, insieme a numeri non trascurabili per l’occupazione e del valore del PLV., ma in declino se facciamo i conti in tasca alle tante micro-imprese a conduzione famigliare. Inoltre, la continua presenza ancora abusiva sulla spiaggia storica dei pescatori con il Comune che ha scelto la soluzione peggiore fra quelle possibili, ha contribuito ad affossare il segmento storico della piccola pesca artigianale, mentre le Autorità portuali ripetono che, al momento, ancora non c’è posto per le piccole imbarcazioni della pesca artigianale nel grande porto di Corigliano, già di Sibari. Di sicuro, rassicurano, che se ne potrà parlare, magari, più avanti. Ad oggi prendiamo atto che abbiamo davanti un quadro preoccupante anche per non aver utilizzato al meglio le risorse dell’Unione europea per accompagnare il cambiamento in atto del settore. Purtroppo constatiamo che la Calabria, quarta regione italiana per sviluppo costiero, conta poco meno del 6% della flotta nazionale ma con circa il 65% del cosiddetto “armamento povero”. Le responsabilità per non aver ammodernato il settore sono diffuse per i mancati interventi strutturali, ma anche per la carenza di una programmazione regionale capace di accompagnare il cambiamento. Inoltre, hanno contribuito ad accentuare la crisi il progressivo aumento dell’inquinamento litoraneo, la riduzione delle aree abituali di pesca lungo la fascia costiera che stanno, di fatto, determinando un declino costante della pesca artigianale con la riduzione del naviglio, degli occupati, della produzione e del fatturato delle piccole imprese a conduzione famigliare. La tendenza risulta preoccupante se consideriamo che la flottiglia di piccola pesca ha un forte impatto nel tessuto dell’economia locale. Dobbiamo rassegnarci al declino delle Comunità costiere che hanno fatto la storia della pesca calabrese? Noi pensiamo che ancora esistono ampi margini per assicurare un futuro alla pesca artigianale, ma insieme a competenza e professionalità non è più rinviabile il sostegno della Regione e la guida dei Comuni costieri. E allora per traghettare la piccola pesca fuori dalla crisi e arginare il tracollo dei livelli occupazionali, incominciamo ad utilizzare gli strumenti del FEAMPA ed, in particolare, a governare i GAL Pesca con forte attenzione, impegno e progettualità. Infatti, il passaggio dalla crisi al futuro passa proprio dall’avvio di un nuovo modello di sviluppo. Uno sviluppo integrato, in una visione inter-settoriale, che per la prima volta, può venire dal mare.
Salvatore Martilotti “Comitato Pescatori Calabria”