Fonte: Comunicato stampa
Venerdì 30 dicembre l’associazione NOCAP nella persona di Yvan Sagnet e Giannatonio Ricci e la Migrantes Diocesana nella persona del direttore Giovanni Fortino e del vice Don Giuseppe Pisani hanno incontrato S. E. l’Arcivescovo Mons. Maurizio Aloise per discutere di caporalato e legalità.
L’associazione NOCAP ha riassunto, per voce del suo presidente, il progetto di filiera etica che prevede l’inserimento lavorativo in aziende agricole di diversi lavoratori migranti che vivono nell’area della sibaritide ed in particolare nei territori della nostra Diocesi, in condizioni precarie e per questo particolarmente vulnerabili e facile preda di sfruttamento da parte dei cosiddetti “caporali”. “Sulle prime del progetto sono state numerose le difficoltà, sia nell’individuare le aziende che operavano in maniera etica sia nella logistica e nell’accoglienza come anche l’accompagnamento amministrativo - ha dichiarato Yvan Sagnet, - problemi alleggeriti dalla vicinanza della Diocesi attraverso gli uffici pastorali della Migrantes e della Caritas nonché dell’associazione Fraternità Giovanni Paolo II”. Sul tema il vescovo Maurizio ha ribadito quanto già espresso proprio nel messaggio di Natale 2023 in cui tra i vari argomenti toccati l’aspetto della legalità e del caporalato, inteso anche come sfruttamento lavorativo, assume un ruolo importante “…… vorrebbero convincerci che la battaglia per la legalità e la giustizia sia inutile; la crisi lavorativa vissuta da giovani e famiglie, lo sfruttamento della persona che si trova a dover far fronte ai tanti disagi a causa dei mancati diritti e di un salario dignitoso, si presentano come condizioni che vorrebbero diffondere un senso di sfiducia collettiva spegnendo la speranza e la gioia di vivere”. “Ben vengano quindi le iniziative come quelle portate avanti dall’associazione NOCAP che affermano il principio di legalità e dei diritti dei lavoratori su un territorio martoriato come quello della sibaritide”. Ma cosa significa filiera etica? Avere il bollino di Nocap significa che sappiamo dell’impatto di quella azienda sull’ambiente e sulla società, del rispetto dei diritti umani e degli standard di lavoro dei prodotti che acquistiamo. La filiera etica punta ad un modello di sviluppo economico che aiuta sia i lavoratori che i produttori rafforzando il valore del prodotto ed evitando grandi ribassi che penalizzano appunto sia i produttori che i lavoratori evitando lo sfruttamento incontrollato e senza scrupoli. A distanza di due anni dallo sviluppo del progetto sono stati illustrati al Vescovo Maurizio i risultati ottenuti come l'inserimento lavorativo di diversi lavoratori migranti, il coinvolgimento di diverse aziende locali e nazionali nonché la risoluzione di numerose pratiche amministrative per finire alla messa a disposizione di alloggi ai lavoratori. Durante l’incontro è stato espresso, da parte di tutti i presenti, un ringraziamento particolare alle aziende che partecipano all’iniziativa come le aziende agricole Agricor dei fratelli Gallo, Carpe Naturam dei fratelli Minisci e l’azienda agricola Pisani.