Fonte: Nuova Corigliano n. 20/2017

Il rione Madonna della Catena, nella parte alta dell‟antico borgo, è a cento metri dal Santuario di S. Francesco e a tre minuti da piazza Acquanova.

Lì vissi fino agli anni della bella fanciullezza. Lì conobbi il Natale e la Pasqua e lì respirai i sapori di stagione. Lì imparai il linguaggio delle campane. Lì appresi la lingua degli avi, che ancora mi suona, dolce e bella, nel cuore. Non v‟è giorno, gioioso o triste, che io non vi torni. È conforto e speranza, è memoria e sogno. È radice. Quando ciò non dovesse più accadermi, il viaggio terreno sarebbe finito. Appartengo a quel luogo e a quel tempo e non ho vergogna a dichiararlo. Vedo il nuovo e lo registro, lo indago e lo rispetto, ma di esso non mi compiaccio, perché ne colgo stranezze e follie. Il progresso della scienza ha rinvigorito i corpi, ma ha reso le anime brandelli. Per tutto ciò, ero e resto contrario a qualsiasi idea di „fusione‟ tra Comuni. Leggo con piacere l‟appello della „Società dei Territorialisti‟ contro la fusione dei Comuni, a firma di illustri docenti delle nostre università. I Comuni hanno storie e vite, ognuno la sua storia e la sua vita. Non sono botteghe che aprono e chiudono per legge, per volontà di uno o volontà di pochi. Seguono percorsi millenari. Ora, le cose che qui sento e quelle che migiungono da altri comprensori non mi lasciano persuaso. Numeri e Milioni. Eppure, mi sovviene che Imperi popolosi sono miseramente caduti e Paesi ricchi si sono trovati tristemente impoveriti. Avevano numeri e milioni, ma, in un punto non ebbero anima e fede. Scelsero una scorciatoia e lì conclusero la loro storia. Avevano fatto dei calcoli, ma non avevano una visione. Quel che accadde era ciò che doveva, purtroppo, accadere.

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