Fonte: Comunicato stampa

Da questo mese di novembre, le ambulanze del 118 afferenti alla Casa della Salute di Mormanno sono rimaste prive di Infermieri. Da tempo, tale situazione era prevedibile; resta il fatto che, da questo mese, il 118 di Mormanno non riesce più a garantire i turni ordinari.

Ma, invece di programmare nuove assunzioni, l’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza ha disposto con ordine di servizio che gli Infermieri del 118 di Castrovillari debbano coprire anche i turni di Mormanno. Ovviamente, la FP CGIL Comprensoriale ha già contestato tale disposizione, perché illegittima. Ma non è questo il punto. Altro caso. A distanza di pochi mesi dal loro arrivo, ben due Medici cubani assegnati allo Spoke di Castrovillari, sono stati trasferiti in altra struttura: tutto ciò, in spregio al Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, poiché anche per i due Medici cubani valgono i diritti contrattuali, né possono essere considerati alla stregua di un pacco postale, spediti dall’oggi al domani in ogni dove. Ma anche in spregio alla Città di Castrovillari e al suo Spoke, per il quale l’ASP di Cosenza si era impegnata ad implementare la Dirigenza medica con 6 Medici cubani, oggi ridotti a 4. C’è, quindi, un problema di fondo, per cui i proclami del Presidente/Commissario Roberto Occhiuto in materia di sblocco di assunzioni nella sanità, non trovano adeguato riscontro. Riteniamo infatti che i numeri forniti dal Presidente/Commissario Occhiuto non rispondano al vero: le 3.000 nuove assunzioni nella sanità calabrese, tanto decantate a maggio scorso, in realtà non tengono conto delle tantissime cessazioni (per pensionamento, dimissioni volontarie o altro); il saldo positivo, pertanto, sarebbe di circa un migliaio di Lavoratori. Se poi si tiene conto che si vogliono far passare per nuove assunzioni le stabilizzazioni di alcune centinaia di Lavoratori assunti da anni con contratti di lavoro a tempo determinato, e che pertanto da anni lavorano per il sistema sanitario regionale, allora possiamo affermare di essere di fronte al classico gioco delle tre carte. In realtà il vero incremento in termini assoluti di nuovo Personale immesso nella Sanità regionale calabrese si riduce solo a qualche centinaio di unità, un numero largamente insufficiente a coprire i reali bisogni. Questo dicono i numeri, quelli veri. La prova è data dal fatto che i servizi alla collettività sono sempre di meno; che la sanità territoriale è praticamente azzerata; che le liste d’attesa si sono ulteriormente allungate; e che il poco Personale presente non riesce a garantire i turni ordinari di lavoro, men che meno è loro garantito il diritto alle ferie e ai riposi. D’altra parte, 13 anni di commissariamento della sanità calabrese non sono più umanamente sopportabili. Non lo diciamo solo noi; lo afferma con valide motivazioni la Corte Costituzionale con la sentenza 168/2021, che sottolinea la parziale incostituzionalità di un commissariamento così tanto protratto nel tempo. Certo, è comodo gestire la sanità da “commissario”: i limiti (assunzionali, infrastrutturali, di spese correnti ecc.) vengono attribuiti ai tavoli ministeriali di verifica e controllo; mentre in Calabria si continua con una gestione che ha fatto così dimagrire il sistema sanitario regionale, da poter oggi affermare che lo stesso è diventato anoressico.   Da inizio anno 2023, non si riescono ad emanare le linee guida regionali, che il Presidente/Commissario dovrebbe predisporre come linee d’indirizzo per gli atti aziendali delle ASP e delle Aziende Sanitarie. Gli atti aziendali, a loro volta, devono essere accompagnati dai piani del fabbisogno del Personale. Quindi, niente linee guida corrisponde a niente atti aziendali e, conseguentemente, a niente piano del fabbisogno. Manca, insomma, la programmazione delle nuove assunzioni per il 2023 (e siamo alla fine del 2023!), mentre non abbiamo contezza dello stato di attuazione del fabbisogno del Personale relativo all’anno 2022, peraltro mai discusso con le Organizzazioni Sindacali. L’ASP di Cosenza, per esempio, aveva abbozzato ad aprile 2022 un raffazzonato atto aziendale valevole per il triennio 2022/2025, poi bocciato. In definitiva, l’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza è tuttora gestita in vigenza di atto aziendale prorogato, risalente al lontano 2017. I mancati investimenti sul Personale, in realtà fanno comodo al Presidente/Commissario, che recentemente ha potuto affermare che i bilanci delle ASP e delle Aziende Ospedaliere chiudono tutti in attivo. Pur con qualche dubbio sulla veridicità sostanziale di tale affermazione, sottolineiamo che le mancate assunzioni hanno contribuito al raggiungimento di questo risultato. Ciò che i numeri non dicono, sono le sofferenze dei Cittadini, i disagi dovuti a una sanità regionale sempre più malata, i sacrifici dei Lavoratori della Sanità. Nel frattempo, aumenta vertiginosamente la spesa pubblica per la migrazione sanitaria, che ha di gran lunga superato i 300 milioni di euro annui a tutto vantaggio di regioni come Lombardia, Lazio, Emilia Romagna ecc. Per non parlare dei costi a carico delle famiglie dei pazienti costretti alla migrazione sanitaria, che sono a totale carico delle tasche dei privati Cittadini. Nel frattempo, e in attesa che Occhiuto finalmente decida di avviare un serio piano di assunzioni, insistiamo nel dire che va immediatamente superato il commissariamento della sanità calabrese, la quale deve ritrovare modi, tempi e risorse adeguate al ritorno alla gestione ordinaria. Altrimenti, il poco Personale presente sarà chiamato a spostarsi da una parte all’altra del territorio, come illegittimamente fatto per gli Infermieri del 118 di Castrovillari e per i due Medici cubani dello Spoke del Pollino.

Giuseppe Guido – Segretario Generale CGIL Pollino Sibaritide Tirreno

Vincenzo Casciaro – Segretario Generale FP CGIL Pollino Sibaritide Tirreno

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