di Giacinto De Pasquale
«La morte, il più atroce di tutti i mali, non esiste per noi. Quando noi viviamo, la morte non c’è, quando c’è lei, non ci siamo noi». (Epicuro)
Ieri sera ci ha lasciato il dottore Franco Sosto. Persona conosciuta e ben voluta nella nostra Corigliano. I funerali si terranno domani mercoledì 6 settembre alle ore 10.30 presso la Chiesa di Maria SS. Immacolata a Corigliano Scalo. Di lui serbo un ricordo particolarmente caro che voglio affidare a questo mio scritto.
Caro dottore Sosto, in una serata uggiosa e ventilata mi è giunto il bip di uno sms. Era quello di tuo figlio Davide: “Papà ci ha lasciato”. Ho appreso così che Te ne sei andato, anche se ero preparato a tutto ciò, perché ho seguito l’evolversi del tuo calvario terreno durato oltre tre anni, quasi giorno giorno. Ma nonostante ciò questo è un distacco che lacera e ferisce di dolore la carne e l’anima. Questo accade sempre quando si perde un Amico. L’Amicizia non si perde: è spirito che non si cancella, che resta come arricchimento, che sedimenta nell’intimo e ci consola, che vive nei ricordi e nelle emozioni. L’Amico si perde, momentaneamente come tutte le persone care che ritroverò nella Vita Eterna, ma il momentaneamente durerà comunque tutta la vita terrena; anche se fosse un giorno solo sarebbe un tempo enorme. Mi hai onorato, rallegrato, arricchito con la Tua Amicizia e questo è stato per me molto bello, è stato uno dei tanti segni della Grazia di Dio che ho ricevuto. Credo, sono sicuro che è stato così per tutte le persone che hanno avuto come me questo privilegio. E siamo in tanti oggi sgomenti e sinceramente addolorati. La Tua è stata un’Amicizia fatta di entusiasmo generoso, di grande e disinteressata disponibilità, di appassionata condivisione, di serietà, di un affetto schietto e senza inutili fronzoli. Insomma è stata Amicizia; così io l’ho vissuta; così la terrò con me. Nelle ore che verranno con domani e coi prossimi giorni di questa vita racconterò a quelli che incontrerò dei nostri vecchi Amici cose che forse avranno dimenticato nell’affastellamento dei ricordi di una vita intera e loro mi racconteranno cose che forse ora non mi sovvengono. È così si celebra un Amico, senza retorica, senza bandierine di effimera durata, con l’allegria e la gioia che quei ricordi raccontano perché descrivono una persona come Te, Caro dott. Sosto, una persona cara, mite, allegra, sincera, generosa, positiva. Ecco alcune delle tante cose per cui sei un Amico indimenticabile. Ecco perché c’è già il vuoto della Tua presenza fisica che s’annunciava con quel Tuo “buongiorno caro Giacinto” quando Ti si incontrava o quando Ti avvicinavi. Ma non c’è, non ci sarà mai un vuoto nel profondo di sentimenti che non temono neppure la morte. Che Dio Ti benedica e Ti accolga come meriti, come ha voluto che meritassi facendoTi attraversare la difficile avventura della sofferenza, che è sempre l’anticamera del Paradiso per i giusti come Te. Ciao, Amico mio. E, grazie, grazie, grazie,