di Giacinto De Pasquale

Pregiatissimo avv. Emanuele D’Amico, innanzitutto chiedo scusa a Lei ed a chi come Lei si sta prodigando per mettere su, finalmente, un Festival della Canzone Arbereshe al passo con i tempi.

Le chiedo scusa per essermi permesso di “ledere la Vostra e altrui maestà”. Riconosco di essere un impertinente, un irriconoscente, uno che è “abituato” a buttare veleno senza prima conoscere i fatti. Io, e di ciò mi dispiaccio, non La conosco personalmente, ma ne sono certo che Lei è persona capace, amante di San Demetrio e che quindi anche come amministratore farà solo il bene di questa Comunità. Conosco, invece, il prof. Gennaro De Cicco, il quale, come Lei ha puntualmente scritto, conosco da anni, e insieme a lui conosco tante persone perbene che vivono e lavorano a San Demetrio Corone. A 64 anni ritengo che una “lavata di testa” fà sempre bene, soprattutto poi da parte di un giovane e preparato professionista come Lei, devo ammettere di non essermi reso conto che il prof. De Cicco e altri amici veri e sinceri di San Demetrio Corone mi hanno preso in giro, raccontandomi tutta una serie di “non verità” solo per infangare il buon nome del Festival, ma soprattutto gettare discredito su chi si sta impegnando alacremente per mettere su una 40^ edizione davvero degna. Il prof. De Cicco e company questa volta “hanno toppato” giocando sulla mia sincerità, tanto da scrivere cose non vere, tanto da indurre l’avv. D’Amico a scrivere “Ma come si permette!?” Questo, cari amici, è il prezzo che si deve pagare per avere creduto a gente che mi ha raccontato non verità. Pregiatissimo avv. D’Amico lei, con ogni probabilità, avrà anche ragione nell’affermare quello che ha scritto e da noi pubblicato integralmente, ma, mi consenta, quello che non riesco proprio a mandare giù sono le “non verità” volutamente raccontatemi dal prof. De Cicco e compagni. Ma perché ? Mi chiedo il prof. De Cicco, persona perbene, stimata e ben voluta da tanti, mi ha voluto fare questo ? Perché non mi ha voluto raccontare la verità dei fatti ? Carissimo avv. D’Amico, sarcasmi a parte, ritengo che la verità dei fatti sia dalla parte del prof. De Cicco e di quegli amici che insieme a lui mi hanno raccontato quello che ho scritto. Il prof. De Cicco, componente del Comitato storico del Festival, era al corrente di quello che sarebbe dovuto essere il nuovo percorso organizzativo della kermesse. Lui mi riferì di essere anche d’accordo, è come non poteva esserlo, sulle novità, inevitabili, afferenti la conduzione del Festival, “largo ai giovani” ci aveva detto. Ma quello che il prof. De Cicco non ha condiviso è la metodologia posta in essere dagli organizzatori nel tracciare questa nuova strada. Che ben vengano le novità, questa in sintesi l’idea del prof. De Cicco, ma “parliamone e discutiamone insieme”. Io ritengo che non ci sarebbe stato nulla di male nel coinvolgere in maniera chiara e fattiva il Comitato storico sulle scelte che poi sono state prese. Sta in ciò, secondo me, il profondo rammarico del prof. De Cicco. Comunque, lungi da me disquisire sulle scelte del Comitato organizzatore, su quello che era giusto fare dopo 40 anni di Festival, quello che, invece, voglio rimarcare sono le parole che il prof. De Cicco mi ha riferito e che noi puntualmente abbiamo riportato, tutto qui. Mi creda avv. D’Amico il tempo è galantuomo è restituirà ai fatti quella verità che ricerchiamo insieme. Avrò scritto cose non vere ? Farò pubblicamente ammenda di ciò, ma se così non fosse, mi creda sarà mio dovere informare i lettori del blog di come sono andati realmente i fatti. Prima di chiudere è doveroso da parte mia augurare le migliori fortune al Festival, per i chiarimenti ci sarà tempo.

 

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