Ci ha lasciati Francesco “Ciccio” Suma, grande appassionato e tifoso del calcio coriglianese.
E’ andato via un amico, una persona con il quale ho condiviso tanti momenti belli e meno belli della storia calcistica cittadina. Era un tifoso Di “ferro” uno che i colori giallorossi prima e biancoazzurri dopo li aveva dentro, li amava di una passione viscerale, ma senza violenze verbali o fisiche, li amava rispettando gli avversari sia in campo che fuori. L’ultima volta che ho visto Ciccio è stato lo scorso mese di maggio in occasione della conferenza stampa del presidente Mauro Nucaro, non a caso in quella circostanza il presidente volle al suo fianco Ciccio, perché lui, indubbiamente, era il tifoso storico del calcio cittadino. In questi frangenti, come spesso accade, nella mente scorre il film dei ricordi, di quei momenti particolarmente belli vissuti insieme sugli “spalti” del Tonino Sosto. Mi riferisco al luglio del 1973 allorquando in quel mitico e fantastico pezzo di storia del calcio coriglianese si giocò lo spareggio per l’ammissione in seconda categoria tra Il Corigliano Stazione di mister Ippolito e la Nuova Corigliano del presidentissimo Tonino Aversente. Lo abbiamo vissuto insieme, facendo con lui una scommessa: “Se vince la Nuova Corigliano “i polli” tu Ciccio paghi 50 “fichi paletti” e li mangio io, se vince la Stazione li pago io e li mangi tu”. Fu così che Ciccio vinse la scommessa ed il giorno dopo davanti al Bar De Pasquale, dove di solito si fermavano i “venditori ambulanti” di fichi d’india, pagai per Ciccio la scommessa. In effetti Ciccio non le mangiò tutte, una parte le portò via, ma questo episodio me lo ricordava ogni volta che ci incontravano anche di recente allo stadio. Però Ciccio veniva a vedere le partite con sempre minore entusiasmo “Caro compare – mi diceva – non è più il calcio di una volta. Prima iettavano u sang, oggi no, lo fanno solo per soldi”. Ed in effetti l’analisi di Ciccio era vera autentica, lui che si spezzava quotidianamente la schiena per portare a casa un pezzo di pane a quella famiglia che lui amava tanto, ed oggi come non ricordare la cara moglie di Ciccio, una grande donna onesta, lavoratrice e grande mamma di famiglia. Caro Ciccio non voglio aggiungere altro perché finirei con lo svilire chi sei stato tu per me: un grande amico ed un tifoso vero ed autentico di quel calcio che tu hai sempre amato. Ti voglio salutare così con la semplicità che tu manifestavi ogni giorno che ci incontravamo. La vita purtroppo è anche questa, con il passare degli anni vanno via pezzi di storia che hanno contribuito a renderti così come sei. Caro Ciccio che la terra ti sia lieve.