Fonte: www.corrieredellacalabria.it

di Luca Latella

Non sarà un nuovo “Hachiko”, il celebre Akita-Inu famoso per la grande fedeltà verso il suo padrone – un professore universitario che negli anni ’30 prendeva il treno ogni mattina per recarsi a lavoro, morto improvvisamente – che ha atteso alla stazione stazione di Shibuya, in Giappone, per oltre dieci anni.

Il labrador, ritrovato dal volontario Alfredo Bruno al cimitero di Corigliano, però, ha qualcosa di simile. Perché ritrovato accucciato nei pressi della tomba del suoi padrone dopo quindici giorni. È il presidente dell’associazione Sos Quattro Zampe e guardia zoofila dell’Empa (Ente nazionale protezione animali), Bruno, a rivelare la commovente storia di Marlene. «L’abbiamo chiamata così – racconta Alfredo Bruno – perché il labrador femmina somiglia molto al protagonista del film “Marley”. Eravamo con mio figlio al cimitero di Corigliano, perché ci avevano segnalato una cagnetta con la rogna. Sul posto, non solo ne abbiamo trovati sette di cani, ma c’era anche questo labrador che è salito subito in macchina appena aperto lo sportello». Come se attendesse qualcuno, insomma. «Il custode del cimitero – prosegue Bruno – ci ha riferito che Marlene era lì da quindici giorni. Aveva seguito il corteo funebre del suo padrone e poi è rimasta sola, anche se qualche parente ha detto al custode che sarebbe tornato al cimitero per riprenderla. Infilatasi in auto non ce la siamo sentita, con mio figlio, di farla scendere». Occhioni tristi, dolcezza infinita: «Ce la siamo portata a casa. Adesso si trova con noi, l’abbiamo fatta visitare dal veterinario ed abbiamo scoperto che non ha il microchip, quindi non possiamo risalire al proprietario. Marlene sta vivendo questa nuova vita, adesso, nel ricovero di casa, con altri cani con i quali ha stretto subito amicizia. È evidente che abbia già avuto cuccioli ed è fra i due e i tre anni di vita – conclude Alfredo Bruno –. Siamo felici perché abbiamo ricevuto già tantissime richieste di adozione che valuteremo». Tutto è bene quel che finisce bene, insomma. Una nuova “piccola” Hachico ha trovato un tetto e tanto calore. 

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