La sanità nel territorio di Corigliano-Rossano doveva essere un modello di anticipazione dell'unità tra le due ex città di Corigliano e di Rossano. Doveva essere la prova provata di un sinergico disegno di miglioramento e rafforzamento dei servizi in favore dei cittadini, a partire dall'araba fenicia del nuovo ospedale.
Nuovo ospedale che proprio le vicende di questi giorni stanno mettendo in forte discussione. In apparenza si parla di una unificazione degli ospedali, ricorrendo alla obbrobriosa terminologia inglese che tradotta in linguaggio corrente si legge:"ospedale-candela in attesa di spegnimento", in realtà siamo al solito ritornello della pervicace volontà di chiudere l'Ospedale di Corigliano. Non valgono gli atti amministrativi che hanno stabilito precise funzioni ed aree di competenza tra i due Presidi ospedalieri di Corigliano e di Rossano; per qualcuno sono carta straccia di cui non si ha il coraggio di buttare nel cestino. Guarda caso l'unico Ospedale della Provincia di Cosenza che periodicamente e puntualmente è colpito da feroci attacchi di chiusura dei singoli reparti è proprio quello di Corigliano. Esiste un principio di legalità e di rispetto delle norme aziendali che viene calpestato ogni giorno di più. Fa piacere il Generale Cotticelli quando parla di legalità; dia dimostrazione che la legalità esiste partendo proprio dalla vicenda dell'Ospedale di Corigliano. Non è più accettabile che per far funzionare il pronto soccorso di Rossano si possono utilizzare gli operatori di Corigliano e che quelli di Rossano si rifiutano di prestare servizio in quello di Corigliano. Il disegno nefasto è chiaro: chiudere Corigliano, limitare ed impoverire l'assistenza ospedaliera al solo nosocomio di Rossano, buttare alle ortiche il progetto del nuovo ospedale,arricchire i medici di Cosenza, chiudere il distretto di Corigliano ed in tal modo raggiungere il risultato di costringere i cittadini alla delegittimazione del servizio sanitario territoriale e rivolgersi sempre di più fuori regione. Si fa finta da parte dei rappresentanti istituzionali di voler difendere l'ospedale di Corigliano, ma in realtà si aspetta il pensionamento del Primario di Medicina per poter sferrare l'attacco finale, in favore di una scadente sanità privata all'arrembaggio sul nostro territorio a loro modo di vedere ritenuto di conquista. Potremmo fare numerosi esempi di mortificazione e smantellamento del servizio pubblico in favore di privati espressione di ben individuati carrozzoni politici di tutti i colori dell'arcobaleno. Le mancate assunzioni di personale, le assunzioni sbagliate, le assunzioni clientelari e gli imboscamenti di comodo stanno facendo il resto di un disegno unico di arricchimento sulla povera gente. Esiste oramai clamorosamente una questione di primaria importanza che si chiama:ACCESSO ALLE CURE ED AI SERVIZI ED ALLE PRESTAZIONI DEL SERVIZIO SANITARIO. Ad oggi l'accesso non è regolare,lineare,adeguato concentrato tutto sui pronto soccorso ed i cittadini non hanno uguale rispetto e considerazione. Questi fattori stanno determinando molto spesso conflitti e scontri tra operatori e cittadini, con punte anche di violenza fisica. Arrivati a questo punto è necessario passare dalla fiction in atto alla realtà dei fatti di una fusione sanitaria e territoriale nefasta, il cui risultato è stata la diminuizione dei posti letto e dei servizi. Nel complessivo panorama dei servizi e delle unità operative spiccano anche fattori positivi e di buona sanità per pur afflitti dalla carenza ed esiguità di personale danno risposte adeguate ai bisogni dei cittadini. Tra queste si segnalano la Chirurgia di Corigliano, che nonostante sia classificata come unità semplice e con due soli medici riesce ad effettuare prestazioni di particolare complessità come la ricostruzione della cute. I reparti di Neurologia e Psichiatria svolgono da anni su base territoriale e provinciale un insostuibile ruolo di presidio per i bisogni dei cittadini. L’Area Medica in assegnazione e di spettanza del nosocomio di Corigliano trova i tal modo una importante conferma e valenza. Per questo è molto importante la riapertura immediata dell’Ospedale di Trebisacce che servirebbe a decongestionare gli Spoke e cercare di bloccare la massiccia migrazione verso la vicina Regione Basilicata.
GIUSEPPE CAMPANELLA CAPO SALA CHIRURGIA CORIGLIANO - ASSESSORE SANITA’ COMUNE TREBISACCE