Fonte:www.corrieredellacalabria.it
Dal lavoro alla sanità, dall’autonomia differenziata alle riforme istituzionali: alla ripresa dell’attività dopo la pausa ferragostana e nel pieno di vicende politiche nazionali estremamente delicate e dai prevedibili effetti anche in Calabria, la Cgil rilancia le sue sfide.
Quelle che declina il segretario generale del sindacato, Angelo Sposato, nel corso dell’assemblea della Cgil Area Vasta di Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia. Con un evidente “gradimento” dell’ipotesi di un governo Pd-M5S, in coerenza del resto con la posizione assunta dal leader nazionale dell’organizzazione, Maurizio Landini, Sposato guarda in prospettiva e sintetizza: «La Calabria dev’essere pronta ad accettare la sfida del cambiamento e del rinnovamento» e per fare questo – aggiunge il segretario della Cgil regionale – è necessario mettere in campo «un grande processo riformatore, finora mai fatto». «Riprendiamo una stagione importante, che ci vedrà impegnati su molti fronti, a partire da alcune vertenze delicate, in via di scadenza tra l’altro», esordisce Sposato nel corso dell’assemblea, presieduta dal segretario generale della Cgil Area Vasta di Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia, Raffaele Mammoliti. «Penso – ricorda Sposato – alla vertenza Lsu-Lpu, perché già incombe la data del 31 dicembre: auspichiamo che, appena si insedierà, il nuovo governo attivi il tavolo tecnico per dare una soluzione a questa vertenza. Poi, c’è il tema emergenziale e drammatico della sanità: auspichiamo che subito il nuovo governo e il nuovo ministro della Salute attivino le procedure per le nomine delle direzioni aziendali e soprattutto sblocchino le assunzioni, perché la situazione è drammatica in quanto non si riescono più a garantire i livelli essenziali di assistenza e la continuità assistenziale. Sotto questo aspetto facciamo anche un appello al commissario Cotticelli perché si possano sbloccare le assunzioni del personale medico-infermieristico e si possano mettere in sicurezza i presidi ospedalieri, che vanno assolutamente adeguati. Il tema della sanità quindi diventa fondamentale. Altro tema per noi fondamentale – sostiene il segretario generale della Cgil Calabria – è quello degli investimenti e del lavoro: al nuovo governo chiediamo l’attivazione immediata di un piano straordinario. Nei punti programmatici del nuovo governo viene inquadrato anche il tema del Mezzogiorno, vediamo come sarà declinato a livello regionale». Secondo Sposato «la Calabria dev’essere pronta ad accettare la sfida del cambiamento e del rinnovamento. E’ necessario un rinnovamento delle classi dirigenti della Calabria, un rinnovamento che non venga assunto come una cooptazione del nuovo ma avvenga sulla base della meritocrazia. Nel Mezzogiorno e in Calabria abbiamo un grande tema, quello della fuga di massa dei giovani: in Calabria perdiamo circa 20mila persone all’anno, di queste la metà sono giovani, e questa è una drammatica sconfitta. È necessario analizzare attentamente i dati dell’Istat, di Bankitalia, della Svimez, perché questi dati danno la cifra della situazione: abbiamo una Calabria che si sta spopolando. Per questo – prosegue il segretario della Cgil Calabria – è auspicabile una stagione di cambiamento e rinnovamento anche delle classi dirigenti, e questo si può fare con un patto generazionale. E oggi chi ha responsabilità deve assumere anche la responsabilità di avviare un patto generazionale di cambiamento per la Calabria». Nel suo intervento, Sposato traccia un punto che lega le dinamiche nazionali con quelle calabresi, in proiezione elezioni regionali. «Più volte abbiamo rimarcato l’occasione persa di questa legislatura regionale», rileva il segretario della Cgil Calabria, che poi ricorda: «Lo abbiamo detto il 16 novembre di due anni fa quando con la Uil abbiamo indetto una grande manifestazione chiedendo un cambio di passo per la Calabria, ma il passo non è cambiato. Chiedevamo un piano di riforme per la Calabria che potesse riguardare sia l’aspetto istituzionale e burocratico della Regione, l’aspetto sociale e socio-sanitario, chiedevamo investimento per il lavoro nero e non per il precariato, che ancora non è stato risolto e non è stato attivato il piano regionale per il lavoro che auspicavamo, mentre è positivo l’accordo sulla forestazione, ottenuto dopo 10 anni. Riteniamo – rimarca Sposato – che la vicenda nazionale possa influire anche sulle vicende regionali. Al di là di quelle che saranno le scelte dei partiti, che comunque mi sembra si siano già pronunciati, riteniamo che, se si dovesse realizzare questo governo nazionale, possano esserci anche per la Calabria elementi di novità sul piano delle alleanze. Nei punti programmatici del governo Pd-Movimento 5 Stelle ci sono molti temi che riguardano il Sud, il lavoro e gli investimenti: ecco, se questi temi diventano cogenti anche per la Calabria, credo che un’alleanza come quella che si sta profilando a livello nazionale può essere riproposta anche in Calabria». In ogni caso, per Sposato il futuro della Calabria è legato essenzialmente a un obiettivo: «Quello che comunque si deve fare a tutti i costi è mettere in campo un grande processo riformatore, finora mai fatto, un piano riformatore che passi da una rivisitazione dell’assetto istituzionale partendo da una rivisitazione del numero dei Comuni, da un piano vero di assetto idrogeologico per il territorio e dalla definitiva uscita da un vecchio schema, quello dell’alternanza che ha prodotto quasi 50 anni di un regionalismo fine a se stesso, che ha creato le condizioni affinché le Regioni del Nord potessero avanzare questa ipotesi di autonomia differenziata contro il Sud. Auspichiamo – conclude il segretario generale della Cgil calabrese – che il Sud reagisca con nuove pratiche e con un nuovo sistema di regionalismo che faccia capire al Nord che anche qui c’è la capacità di auto-riformarsi: per questo accettiamo la sfida e rilanciamo sull’autonomia differenziata, chiedendo ovviamente il ripristino del fondo ordinario del 34% e una rivisitazione dei livelli essenziali delle prestazioni».