“Il calabrese non abbandona mai la sua terra, potrà allontanarsene, potrà anche fuggire per anni dalla nostalgia. Ma resta sempre nella sua casa, nel suo paese. E il Brutium, con questa festa di primavera, ritrova i calabresi nel mondo e annunzia che la madre crede sempre nei figli – anche i più stanchi- e attende e spera nel loro ritorno.
E questo messaggio (che forse va oltre l’ organizzazione e la manifestazione e le fiaccolate) è il significato misterioso da scoprire. Ogni gesto possiede un segreto: ogni parola possiede, conserva un mistero”. Così scriveva, nel marzo 2001, Giuseppe Gesualdi, ideatore appassionato e tenace dell’ Associazione Brutium, il più qualificato e benemerito sodalizio calabrese che, al di fuori dei confini regionali, da oltre cinquant’anni si occupa di riunire idealmente tutti i figli di Calabria e i loro discendenti, mettendo in rilievo il valore storico della Regione e la ricchezza di ingegni da essa scaturiti. Sodalizio che anche quest’ anno ha promosso e celebrato con successo l’ormai consueta “Festa dei calabresi nel mondo”, giunta alla 53 edizione. Un appuntamento che ha avuto come cornice l’ elegante Sala della Protomoteca del Campidoglio, nello scenario fiabesco e suggestivo di una fresca serata romana. Al tavolo dei relatori, insieme con la Presidente del Brutium Gemma Gesualdi, che prosegue con passione l’ opera del padre, numerose autorità: il sen. Marco Siclari, il neo-presidente dell’INPS Pasquale Tridico, il consigliere comunale di Roma Francesco Figliomeni e il direttore del Quotidiano del Sud -L’Altra voce dell’Italia Roberto Napoletano. L’attualità e l’importanza del premio nelle parole della Presidente del Brutium Gemma Gesualdi «nonostante il malessere globalizzato che sta pervadendo la società e vuole affidarsi quindi alle nuove generazioni forte anche della grande eredità che questi 53 anni possono significare diventando anche uno stimolo, un punto di ri-partenza». La Medaglia d’Oro Calabria, consegnata lo scorso 27 giugfno, è il riconoscimento che il Brutium conferisce a personalità nate in Calabria e che si sono distinte con la loro vita e le loro opere onorando la loro Terra. Coniata dallo scultore Alessandro Monteleone, raffigura la tipica “pacchiana” che con la cesta in testa piena di ricordi lascia il suo paese natio per andare a Roma. Monteleone in questa medaglia ha scolpito l’eterna ferita del calabrese che ha spesso dovuto lasciare la sua casa in Calabria per bisogno e per trovare certezza di vita altrove, nel mondo e, in questo caso, a Roma. I premiati di questa edizione sono stati Pinuccio Alia, Fabrizio Benvenuto, Giovanni Carnovale, Rocco Commisso, Maria di Prato, Achille Iachino, Giuseppe Iannì, Roberto Napoletano, Antonio Pignataro, Marco Siclari, Pasquale Tridico, Francesco Saverio Vetere e Francesco Trebisonda. Coriglianese, 52 anni, Francesco Trebisonda, è branch manager presso Aon, l’importante multinazionale leader nella consulenza di gestione del rischio e di brokeraggio assicurativo in Italia. Trebisonda in questi anni è riuscito, attraverso le sue doti manageriali e la sua incessante forza di volontà, a crescere professionalmente e, in linea con le politiche aziendali del gruppo, a dare un valido contributo alle aziende presenti sul territorio calabrese operanti in diversi settori.