a cura di Francesco Sommario
"La costituzione di una Città Educativa -afferma il sindaco Giovanni Papasso in una nota/invito- deve essere una comunione di intenti tra l’Amministrazione Comunale, i Sindacati, le Istituzioni Scolastiche, le Associazioni sia laiche che religiose e i cittadini. Dobbiamo interrogare le nostre coscienze ed impegnarci tutti per non perdere questa importante occasione di formazione e crescita che spazia in più ambiti: ambiente, educazione alla legalità, educazione dei bambini e tutela dei loro diritti, salvaguardia dei diritti degli anziani."
E' in quest'ottica che Giovanni Papasso, Sindaco di Cassano All’Ionio, ha indetto un Consiglio Comunale aperto, che si terra giorno 5 ottobre 2017 alle ore 18 presso il Salone di Rappresentanza “Gino Bloise” di Cassano, per discutere dell’adesione del Comune di Cassano all’AICE (Associazione Internazionale Città Educative). Sarà presente alla pubblica seduta dell’Assise civica il Vescovo della Diocesi di Cassano Ionio S.E. Mons. Francesco Savino.
"A tale incontro - precisa il Presidente dell'Asd Aldo Jacobini- i nostri affiliati parteciperanno con grande interesse ed entusiasmo. I temi e le finalità poste all'ordine del giorno del Consiglio Comunale aperto sono gli stessi che la nostra Associazione promuove e persegue sin dalla sua fondazione, per cui ci trova tutti daccordo e disponibili per la piena affermazione di questa lodevole iniziativa dell'Amministrazione Comunale"
CARTA DELLE CITTA’ EDUCATIVE
"Oggi più che mai la città, per piccola o grande che sia, dispone di innumerevoli possibilità educative. Essa racchiude in se stessa, in un modo o nell'altro, gli elementi importanti per una formazione integrale. La città educativa è una città con una sua propria personalità ed è inserita nel paese in cui si trova. Pertanto la sua identità è interdipendente con quella del territorio di cui fa parte. E' anche una città che non è rinchiusa in se stessa, ma mantiene delle relazioni con l'ambiente circostante, con altri centri urbani del suo territorio e con città simili di altri paesi, cercando di apprendere, di realizzare scambi e di conseguenza di arricchire la vita dei suoi abitanti.
La città educativa è un sistema complesso in evoluzione costante e può esprimersi secondo modalità diverse ma darà sempre una priorità assoluta all'accrescimento culturale e alla formazione permanente dei suoi abitanti. La città sarà educativa quando riconoscerà, eserciterà e svilupperà, accanto alle sue funzioni tradizionali (economiche, sociali, Politiche e di prestazione di servizi) una funzione educativa ovvero quando assumerà una intenzionalità e una responsabilità circa la formazione, la promozione e lo sviluppo di tutti i suoi abitanti, a cominciare dai bambini e dai giovani.
Le ragioni che giustificano questa nuova funzione devono essere ricercate sia in motivazioni di ordine sociale, economico e politico, sia soprattutto in motivazioni di ordine culturale ed educativo. E' la grande sfida del XXI secolo: investire nell'educazione affinché ogni persona sia sempre più in grado di esprimere, affermare e sviluppare il proprio potenziale umano fatto di unicità, di costruttività, di creatività e di responsabilità e possa nel contempo sentirsi parte di una comunità, capace quindi di dialogare, di confrontarsi e di cooperare. Una città sarà educativa se offre generosamente tutte le sue potenzialità, se le mette a disposizione dei suoi abitanti e se insegna loro ad utilizzarle.
Le città rappresentate al 1° Congresso Internazionale delle Città Educative, tenutosi a Barcellona nel novembre 1990, propongono di raccogliere in una Carta i principi fondamentali ai quali si devono richiamare le scelte educative di una città, con il convincimento che lo sviluppo dei propri abitanti non può essere lasciato al caso. La città peraltro dispone di un ampio ventaglio di iniziative aventi origini, intenzioni, responsabilità precise in situazioni formali, interventi non formali con obiettivi pedagogici prestabiliti accanto ad offerte o esperienze a carattere contingente o che nascono con criteri commerciali.
Per quanto l'insieme delle proposte si presenti talora in modo contraddittorio o evidenzi disuguaglianze preesistenti, favorirà comunque l'apprendimento permanente e la conoscenza di nuovi linguaggi ed offrirà opportunità di conoscenza del mondo, di arricchimento individuale e di condivisione di tali risultati. Le città educative svilupperanno un sistema di collaborazioni bilaterali o multilaterali per realizzare lo scambio delle loro esperienze. In uno spirito di collaborazione le città educative si sosterranno reciprocamente per quanto concerne i progetti di studio e di investimento, sia sotto forma di collaborazione diretta, sia come intermediarie delle organizzazioni internazionali.
D'altra parte i bambini e i giovani non sono più protagonisti passivi della vita sociale e della città. La Convenzione delle Nazioni Unite del 20 novembre 1989 che sviluppa e rende vincolanti i principi della Dichiarazione Universale del 1959 ne ha fatto dei cittadini a pieno diritto accordando loro diritti civili e politici. Pertanto essi possono, in funzione della loro maturità, associarsi e partecipare. Per questa ragione la protezione dei bambini e dei giovani nella città non consiste unicamente nel privilegiare la loro condizione, ma nel trovare il posto che spetta loro a fianco di adulti che considerano una virtù civile quel reciproco rispetto che deve essere alla base della coesistenza tra generazioni.
In conclusione si afferma un nuovo diritto degli abitanti della città: il diritto ad una città educativa. Come primo passo in questa direzione occorre ratificare a livello di città l'impegno che, a partire dalla Convenzione, è stato assunto dal Summit Mondiale per l'Infanzia tenutosi a New York il 29 e 30 settembre 1990"{jcomments on}