Alla vigilia della consultazione elettorale avverto la necessità di porre una riflessione che mi auguro possa essere accolta da quanti hanno a cuore il destino del nostro territorio e della nazione, del bene comune e non amano facili compromessi, sterili raggiri e opportunismi di circostanza.

Quando affermo che è tempo di re-(e)sistere, non intendo il semplice avversare una parte non confacente al proprio modo di pensare, bensì il profondo desiderio di tornare ad esistere, ovvero l’urgenza civica di dare una progettualità concreta, di rimboccarsi le maniche a livello personale e provare a cambiare le cose, concretamente, non nascondendosi dietro il sogno di una promessa fatua, ma sapendo guardare alla realtà. Le elezioni europee, con il rinnovo del Parlamento Europeo, e quelle dei nuovi consigli comunali di alcune nostre città, Corigliano–Rossano in testa, sono momenti vitali per disegnare il futuro di tutti noi. Esercitare il proprio diritto al voto è un momento di adulto discernimento nel quale dare fiducia a chi si ritiene che la meriti. Discernere avendo dinanzi come criterio il bene comune e non il proprio interesse, causa di quell’atteggiamento corrosivo e distruttivo della democrazia che si chiama voto di scambio: tu fai un favore a me ed io do potere a te. Interessi personali o di casta, accordi segreti e paure sollecitate, nell’animo degli elettori, sono i sentieri carsici battuti da chi desidera il potere, sottraendo spazi di libertà e disegnando percorsi privi di speranza. Nell’andare a votare interroghiamoci sui programmi e valutiamo che posto vi occupa la persona, quale rilevanza hanno le fasce più deboli della nostra società, quale futuro reale si prospetta per i nostri giovani, al di là dei facili proclami e promesse, spesso prive di responsabilità e credibilità. L’Europa sta attraversando un periodo di profonda crisi sia al suo interno, nei rapporti tra stati membri, che in relazione al suo ruolo internazionale e alla sua funzione di moderatrice nelle aree di conflitto e di crisi. Abbiamo bisogno di una Europa più unita, più solidale nella gestione dei problemi e nella soluzione delle tante emergenze che in questo periodo stanno creando situazioni di sofferenza ovunque. Votare è di vitale importanza, è un vero e proprio atto di re-(e)sistenza in questo tempo in cui tanti stanno cercando di minare l’integrità e la consistenza del vivere comune in Europa. Non è bloccando la ricerca di una crescita umana tra popoli che ritroveremo una vita migliore. Ascoltiamo i nostri giovani inseriti nei progetti Erasmus, esperienza di un vivere senza confini, che attinge a opportunità e ricchezze culturali edificanti la dignità di un vivere come cittadini del mondo, a servizio del mondo. È tempo di re-(e)sistere alla logica angusta di un’Europa frantumata e ripiegata su sé stessa, incapace di inclusione e accoglienza, per evitare di essere sempre più esposti alle logiche manipolatrici di potenze esterne tese a frantumare un interlocutore significativo quale il Continente europeo. Abbiamo bisogno di una Europa radicata nelle sue radici più luminose, capace di unità, per dare slancio e credibilità alla vita dei nostri paesi, riacquistando la sua funzione di volano e di rilancio delle economie e delle socialità dei singoli stati membri. Andare a votare, vincendo ogni rassegnazione, è un atto di grande civiltà per offrire a sé stessi e ai propri cari la possibilità di abbracciare il futuro con speranza. Anche le elezioni per il rinnovo dei consigli comunali a Caloveto, Bocchigliero, Cropalati, Crosia, Paludi, Spezzano, Tarsia, Terranova e a Corigliano Rossano, sono momenti di fondamentale importanza. Votare è momento generativo in cui dare alla luce il Sindaco e coloro che dovranno amministrare. Re-(e)sistere diviene atto di consapevolezza e responsabilità con cui evitare l’inganno di chi vende miraggi, nascondendo i propri interessi; di chi promette i panni caldi di un facile assistenzialismo; di chi unge con l’ambiguità del dire gli ingranaggi di un sistema logorato dal privilegio e dalla corruttela. L’esercizio del voto non è un attestato di simpatia o di vicinanza a chi chiede il consenso, è qualcosa di molto più importante, perché attraverso il voto si dà fiducia a quelle formazioni e a quei candidati che posseggono le doti richieste di onestà, coerenza di vita e capacità. C’è un disagio sociale che, in questi ultimi tempi, si è espanso a macchia d’olio e che attende un impegno non più procrastinabile nella ricerca di risposte e soluzioni; c’è un disumano ragionevole che, in maniera pervasiva e insidiosa, va radicandosi nelle coscienze cancellando la capacità di guardare la vita con fiducia e piena umanità. Andare a votare, è la giusta forma di re-(e)sistenza al qualunquismo di una politica superficiale e avventuriera, priva di scrupoli e lesiva della dignità delle persone, dei più deboli in particolare. Votare è un diritto ma anche un nostro dovere, necessario alla costruzione di una comunità civile più giusta ed equa per tutti. Siamo stati creati liberi, usiamo scienza e coscienza e mettiamoci in cammino, una nuova e più bella stagione di vita è possibile. 

Giuseppe Satriano Arcivescovo Rossano Cariati

                                                                      

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