Il Centro di Ascolto è uno strumento prezioso, un modo concreto attraverso il quale la funzione pedagogica della Caritas prende forma.

“La pedagogia dei fatti è quell’attenzione educativa che si pone come obiettivo la crescita di ogni persona e dell’intera comunità cristiana attraverso esperienze concrete, significative, partecipate”. Il Centro di Ascolto si colloca tra quegli strumenti operativi che aiutano a capire che la funzione pedagogica della Caritas non è una questione teorica ma deve realizzarsi in una pratica coerente e credibile di servizio. L’ascolto, che ne qualifica l’attività, non è quindi da intendersi come una “tecnica”: piuttosto è uno stile, un modo di essere, racchiude motivazioni profonde che ne richiamano la dimensione evangelica. Ogni azione realmente evangelica deve necessariamente fondarsi sulla capacità di ascolto.  L’individualismo e l’anonimato stanno, infatti, caratterizzando in modo sempre più pregnante i rapporti sociali, condizionando il vivere civile. In un clima che alimenta paura e diffidenza più che mai si impone la necessità di favorire e incrementare la dimensione dell’ascolto. In particolare poi esso deve essere coniugato con il tema dei diritti. Il Centro di Ascolto è diventato un luogo di frontiera, di mediazione, in cui si intuiscono i cambiamenti socioculturali in atto e in cui si colgono le dinamiche istituzionali. Se non si è attenti a questo scenario si rischia di esserne travolti e diventare semplici erogatori di servizi e prestazioni. Il Centro di Ascolto non può dotarsi di tutte le competenze necessarie per affrontare questa complessità, ma può avvalersi di alcune risorse molto importanti: le segreterie di zona, le segreterie delle aree di bisogno, i servizi della Caritas diocesana e le altre strutture presenti a livello territoriale. Tutte le zone pastorali sono ricche di esperienze da ricollocare in un legame di collaborazione e scambio reciproco. Tuttavia, le sole competenze tecniche non sono sufficienti: il Centro di Ascolto ha bisogno soprattutto di persone che sanno “stare in relazione”, che aiutano cioè a recuperare quella dimensione della fraternità che dovrebbe caratterizzare la comunità cristiana. L’intera comunità parrocchiale, in ciascuno dei suoi membri, è chiamata a vivere e a testimoniare la carità: da qui scaturisce il suo impegno appassionato e il suo desiderio di ascoltare e di essere attenta alla voce di ogni uomo e donna. Custodire il fratello, pur con la necessaria discrezione, è impegno di tutti. Vivere la fraternità significa instaurare delle relazioni in cui l’altro è soggetto e non oggetto: ciò richiede di non ridurre la persona al suo bisogno, identificandola con la povertà che vive. Ogni persona chiede di essere riconosciuta come tale, nella sua identità profonda. E’ lo stesso Gesù che ci insegna questo. Il suo modo di accostarsi ai più deboli ci rivela che anzitutto egli li considera come persone: è vero che vivono una situazione particolare di difficoltà che li rende più deboli, ma sono anzitutto persone. Ed è con questo spirito e in questo ambito che si colloca l'opera che sta portando avanti da un anno il "Centro di Ascolto - Caritas" della parrocchia dei Santi Leone e Nicola di Corigliano Scalo. Come ci spiega il parroco, non Natale Carandente, il Centro di Ascolto è " il luogo dove la comunità cristiana in-contra settimanalmente le persone che vivono uno stato di disagio. È una "porta aperta al territorio" che si caratterizza principalmente nelle seguenti funzioni: Accoglienza. Accogliere incondizionatamente la persona nella sua integrità senza nessuna distinzione, così come il Vangelo ci insegna. Ascolto. Le volontarie, a nome della comunità, si impegnano ad ascoltare e "leggere" con attenzione i racconti di sofferenza. Un servizio che nasce da un preciso mandato della comunità cristiana. Orientamento. I problemi vanno analizzati con cura per orientare le persone verso le soluzioni più indicate, a partire dalle risorse presen-ti sul territorio (Centri di accoglienza, patronati, associazioni, parrocchie, oratorio, servizi sociali, ecc.). Promozione di reti solidali. La comunità è una risorsa fondamen-tale nei percorsi di soluzione del disagio. La comunità e il territorio è e può diventare sempre di più luogo di promozione di reti di solidarie-tà che accompagnano le persone alla ricerca di risposte. Lettura. E un'antenna, un punto di osservazione privilegiato, un "bacino di raccolta dati", per la conoscenza delle situazioni di emar-ginazione presenti sul territorio. COSA TROVERAI ANDANDO AL CENTRO DI ASCOLTO? Persone che ti ascoltano, che ti prendono sul serio e fanno da supporto alle tue difficoltà. Uno spazio personale, riservato. Indicazioni per risolvere i tuoi problemi quotidiani: famiglia, relazio-ne educativa con r figli, relazione con gli anziani, salute, lavoro ecc..... Il centro di ascolto è per tutti: se hai un problema, una domanda, una semplice o grave difficoltà rivolgiti al Centro di ascolto".  Don Natale Carandente fornisce anche il numero di cellulare dove le persone interessate possono telefonare per fissare un appuntamento, 3888641009. Il centro è aperto il mercoledì pomeriggio.

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