Rendere possibile l’accesso alla professione di operatore socio-sanitario alle centinaia di giovani studenti che ogni anno in Calabria conseguono il diploma in tecnico dei servizi sociali.
È la proposta che arriva dal consigliere regionale Gianluca Gallo. «Sottoporrò all’attenzione del consiglio regionale – spiega l’esponente di centrodestra – una questione che riguarda i nostri giovani diplomati e che nelle altre regioni, di recente Liguria e Puglia, si è provveduto già ad affrontare». Il fatto: per poter ottenere la qualifica di oss, e dunque avere un importante sbocco lavorativo, basta oggi risultare in possesso di un qualunque diploma di scuola dell’obbligo e seguire poi un corso di formazione annuale di 1.000 ore presso centri pubblici o privati accreditati. «Non si intende porre in discussione il libero accesso a detto profilo professionale – precisa Gallo – ma appare quantomeno paradossale porre sullo stesso piano quanti hanno studiato materie che non hanno nulla a che fare con i bisogni primari della persona e quanti invece, per cinque anni, si sono esclusivamente dedicati a questo». È il caso dei diplomati in tecnico dei servizi sociali, anche loro costretti a seguire corsi di formazione una volta ultimati gli studi. «Una situazione penalizzante per studenti qualificati – osserva Gallo – oltre che lesiva della dignità e del ruolo degli istituti tecnici professionali. È il caso pertanto che anche la Regione Calabria segua l’esempio di altre regioni. La Puglia, qualche giorno fa, ha ovviato attraverso la sottoscrizione di un accordo tra la Regione e l’Ufficio scolastico regionale, prevedendo esplicitamente la validità del diploma in tecnico dei servizi sociali anche come qualifica in operatore socio-sanitario, mediante un’integrazione del percorso di studi direttamente nell’istituto scolastico frequentato, con previsione di un percorso formativo extracurriculare con quota di tirocinio pratico applicativo di 450 ore nell’ultimo triennio». Conclude Gallo: «In Consiglio regionale, con la presentazione di una formale richiesta in tal senso, interesserò la giunta regionale perché valuti l’opportunità di adottare una soluzione che pare essere rispettosa della dignità degli studenti e delle istituzioni scolastiche e, al tempo stesso, sufficiente garanzia all’ottenimento di una qualificata formazione professionale, richiedendo per questo un espresso impegno a intraprendere le iniziative necessarie ed idonee a consentire l’equiparazione del diploma in tecnico dei servizi sociali a qualifica in operatore socio-sanitario».