Fonte: www.corrieredellacalabria.it
di Luca Latella
Un monumento alla (in)giustizia. Fino ad oggi il palazzo dell’ex tribunale di Rossano, era un mausoleo abbandonato ma questa mattina è tornato nella disponibilità del legittimo proprietario, il comune di Corigliano Rossano.
Il presidente del tribunale di Castrovillari, Massimo Lento, dopo un tour nella struttura che conserva ancora degli archivi storici, ha simbolicamente riconsegnato le chiavi dell’edificio al sindaco di Corigliano Rossano, Flavio Stasi. Un evento atteso dieci anni per via di un cortocircuito tra Ministeri della Giustizia, dell’Economia e foro castrovillarese, che rendeva la struttura inutilizzabile a causa di un mutuo che si estinguerà nel 2035, acceso dal Ministero della Giustizia a ridosso degli anni ’90 per la costruzione della torre interna di cinque piani. La riforma delle circoscrizioni giudiziarie, quindi, non solo ha privato un territorio del suo secolare presidio di giustizia, estirpando il tribunale di Rossano, già sede di Corte d’Assise, ma ha anche impedito al proprietario – il comune, appunto – di poterlo utilizzare e manutenere. Ed infatti oggi, durante il sopralluogo, la struttura sembrava spettrale: scalinate interne al buio, vetri rotti, ambienti ricettacoli di volatili e roditori, sporcizia, ma con nella pancia ancora alcuni archivi, tra cui quello storico, mai trasferiti a Castrovillari per mancanza di spazi. A proposito di “volumi”, quella ferita sul territorio causata dalla soppressione del foro rossanese è ancora sanguinante, soprattutto se si analizzano le dichiarazioni di Luca Palamara durante la presentazione del suo secondo libro a Rossano, gli spazi fisici ( l’edificio rossanese è molto più grande del tribunale di Castrovillari) ed il volume di cause penali e civili (circa l’80% del totale) che questa porzione di territorio porta in dote alle falde del Pollino. Motivazioni ancora inspiegabili, insomma, di una “chiusura” ripiombata nella mente e nei ricordi di quanti hanno combattuto in prima linea e che oggi, a distanza di dieci anni, hanno rimesso piede in quel monumento alla (in)giustizia.
Lento: «Problemi risolti, la struttura torna al suo proprietario»
Alla cerimonia di riconsegna c’erano anche la presidente del consiglio comunale, Marinella Grillo, Flavio Stasi e l’assessore alla città trasparente ed efficiente Mauro Mitidieri. In quei mesi i due – oggi si ritrovano amministratori – avevano anche inscenato lo sciopero della fame per alcuni giorni nella speranza di sensibilizzare la pubblica opinione su una clamorosa stortura storica. «Abbiamo effettuato la riconsegna del palazzo di giustizia – ha dichiarato Massimo Lento – che tornerà ad essere a disposizione del Comune. Si tratta di una struttura polivalente di una certa importanza che potrà essere messa a servizio dei cittadini per una migliore fruibilità. Le scelte sull’utilizzo spetteranno al Comune di Corigliano Rossano. Collaborando con il sindaco siamo riusciti a far leva sul Ministero della Giustizia per restituire un immobile chiuso da dieci anni. Sono state risolte le problematiche che non consentivano questo passaggio. Una parte dell’archivio sarà prelevato, quello storico è stato devoluto dal Ministero al Comune».
Stasi: «Interrompiamo una beffa ma lavoreremo sul “danno”»
«Oggi interrompiamo la beffa, perché la chiusura del tribunale di Rossano, oltre all’enorme danno sul quale ancora dobbiamo lavorare, palesava anche questa farsa di non poter utilizzare questo enorme immobile di proprietà comunale ma che il Ministero della Giustizia si ostinava non consegnarci. Quando ci siamo insediati abbiamo attivato una serie di interlocuzioni, anche a muso duro, con l’importante collaborazione del presidente del tribunale di Castrovillari, ed oggi quantomeno interrompiamo quella beffa». «Nei colloqui intercorsi abbiamo precisato che avremmo fatto ricadere sul Ministero le responsabilità della mancata manutenzione di tutti questi anni. Chiaramente, con il nuovo governo che tra qualche mese andremo a eleggere, si deve riaprire la partita per risolvere il danno, ovvero la chiusura dell’ex tribunale di Rossano. La vertenza prescinde dalla questione immobile e quando ci saranno le condizioni politico-istituzionali per istituire il tribunale di Corigliano Rossano, che è un diritto per una città di 80mila abitanti anche alla luce del percorso di fusione, la questione degli spazi si risolverà in men che non si dica. Nel frattempo proveremo a valorizzare la struttura tornata a disposizione». Il sindaco Stasi non si è sbottonato sull’utilizzo. «Abbiamo molti progetti in cantiere che formalmente possono partire da oggi in poi, perché prima non avremmo potuto promulgare atti». Si dice che sarà trasformato nel palazzo delle associazioni, anche se le ambizioni sembrano ben altre. Il sogno è una o più facoltà universitarie.