Fonte: www.corrieredellacalabria.it

Ritocco all’insù per gli stipendi dei direttori generali, amministrativi e sanitari delle Asp e delle aziende ospedaliere della Calabria.

Lo prevede i una proposta di legge regionale presentata dai capigruppo della maggioranza di centrodestra, che con un vero e proprio blitz l’hanno depositata oggi e la porteranno in esame nella seduta del Consiglio regionale in programma venerdì. Tempi record, non c’è che dire: una corsia preferenziale quasi senza precedenti. La proposta di legge, presentata da Giovanni Arruzzolo (Forza Italia), Giuseppe Neri (FdI), Simona Loizzo (Lega), Giacomo Crinò (Forza Azzurri), Francesco De Nisi (Coraggio Italia) e Giuseppe Graziano (Udc), punta in buona sostanza a eliminare la riduzione del 20% del trattamento economico dei vertici di Asp e aziende ospedaliere stabilita con una norma del Collegato alla manovra finanziaria per il 2009: in sostanza 13 anni fa, in forza di una norma nazionale, la Regione Calabria aveva deciso di tagliare lo stipendio dei manager della sanità per compensare i minori incassi dovuti all’esenzione del ticket. Ora invece per i capigruppo della maggioranza di centrodestra si pone la necessità di ritornare al passato e abrogare la riduzione del 20%, perché «in ragione – si legge nella relazione illustrativa alla proposta di legge regionale – dell’esigenza di mantenere un’adeguata retribuzione ai vertici aziendali, in considerazione delle funzioni da essi svolte e delle connesse responsabilità, la quasi totalità delle regioni italiane non ha ritenuto di dare corso alla norma statale evitando di procedere alla riduzione al trattamento economico in godimento ai vertici delle aziende sanitarie. Inoltre – si specifica – la misura dell’esenzione (dal pagamento del ticket, ndr) ha cessato di avere efficacia. Nonostante il venir meno del presupposto originario il permanere della riduzione (dello stipendio dei manager aziendali, ndr) ha fatto sì in questi anni che la Regione Calabria diventasse tra le realtà regionali meno attrattive nella selezione di profili professionali adeguati alla complessità delle attività occorrenti a garantire il conseguimento degli obiettivi del Piano di rientro». Ovviamente, il tutto non avverrà affatto a costo zero: prevedendo l’entrata in vigore a partire da agosto, per il 2022 l’eliminazione della riduzione del 20% vale oltre 408mila. A regime, saranno circa un milione all’anno, per la precisione 980 mila euro all’anno (il costo lordo attuale di un direttore generale è pari a 167.555,18 euro, con la nuova norma passerà a 209.443,93 euro, quello dei direttori amministrativi e sanitari è, ad oggi, di 134.043,95 euro e con la modifica salirà a 167.555,14 euro).

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