Rischia la polverizzazione il settore balneare calabrese. Il contrasto tra norme nazionali e direttive comunitarie, insieme alle incertezze della Regione, potrebbe cancellare decine di imprese e centinaia di posti di lavoro.

Lo sostiene il consigliere regionale Gianluca Gallo, dando conto degli ultimi sviluppi di una vicenda già un mese fa, ma invano, portata all’attenzione della giunta regionale. La premessa: a fine 2018 il Parlamento ha approvato la legge che estende fino a tutto il 2033 le concessioni demaniali marittime vigenti alla data del Primo Gennaio 2019, demandando ai Comuni il compito di procedere alla formalizzazione della nuova durata dei titoli concessori di loro competenza, seguendo in ciò le indicazioni fornite dalle rispettive Regioni. «In Calabria – spiega il capogruppo della Cdl – con una circolare esplicativa risalente allo scorso Febbraio, il Dipartimento Urbanistica ha fornito le dovute indicazioni. A Luglio, poi, con una lettera condivisa tra Dipartimento e Assessorato, i Municipi sono stati sollecitati all’adozione degli atti necessari. Ma di fatto, poco o nulla è successo». Non bastasse, nei giorni scorsi il Dipartimento Urbanistica ha reso noto che, per effetto di alcune sentenze della Cassazione, non si potrà procedere al rinnovo automatico delle concessioni, dovendosi tale previsione ritenere inapplicabile per contrasto tra la legislazione nazionale e l’ordinamento comunitario. «Probabilmente – sottolinea Gallo – non si hanno ben chiari gli effetti di questa situazione per una terra, come la Calabria, che di mare e di turismo vive: in mancanza di rinnovo o comunque di formalizzazione del titolo concessorio da parte dei Comuni, gli imprenditori del settore che si presentano in banca per chiedere l’apertura di linee di credito o presso gli stessi uffici regionali, magari per depositare istanza di accesso a fondi regionali, trovano soltanto porte chiuse e si vedono rigettare le domande». Prosegue l’esponente della Cdl: «Occorrono soluzioni urgenti e soprattutto convincenti: il coinvolgimento dei Comuni in una situazione che è oggettivamente più grande di loro, pure alla luce della carenza di personale che soffoca la gran parte dei Municipi, potrebbe risultare letale per il turismo e l’economia calabresi. Pensare di rinunciare a cuor leggero al meccanismo della proroga automatica in favore degli aventi diritto, per passare magari al sistema del rinnovo caso per caso, previa istruttoria da parte dell’ente locale competente, vuol dire condannare a morte economicamente gli operatori balneari». Da qui, conclude Gallo, «l’invito all’Assessorato all’Urbanistica ad adoperarsi per risparmiare alla Calabria la mortificazione di una delle poche realtà produttive locali. Non si ceda all’istinto di delegare ad altri responsabilità proprie e ci si attivi, invece, per un confronto per una volta forte e concreto non solo con le altre Regioni, ma anche con un Governo politicamente amico ed un’Unione Europea in cui siedono commissari espressione diretta di quel Governo. Ridurre a pezzi persino l’industria balneare calabrese sarebbe un delitto imperdonabile».

Avv. Gianluca Gallo- Consigliere regionale della Calabria - Presidente Gruppo consiliare Casa delle Libertà

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