Il continuare a non rispondere alle decine di comunicazioni di sofferenza da parte di praticamente tutti i reparti dello Spoke Corigliano-Rossano è ormai diventato insopportabile.
L’azione di mobilitazione di tutte le istituzioni competenti fatta ieri, relativamente alla già definita chiusura di Pediatria e di Ginecologia-Ostetricia del nostro ospedale, è servita solo a far ritirare il provvedimento di sospensione, ma come ho avuto modo di dire già più volte, non basta e non risolve i problemi. Come si può soltanto immaginare di non intervenire, se le condizioni attuali rischiano di imporre la chiusura dell’unico punto nascite dell’area? Nello specifico è improrogabile l’individuazione delle risorse per aumentare il personale medico a disposizione dell’Unità di Pediatria, e questo deve avvenire nel corso delle prossime ore. Ma è giunto il momento di dare risposte generali per l’intero Spoke Corigliano-Rossano, che non può più versare nelle condizioni attuali, con emergenze continue in tutte i reparti, quasi tutte causate da un comune fattore: l’insufficienza del personale medico. Ecco perché è giunto il momento di dire ad alta voce che i continui blocchi relativamente alle procedure per il reclutamento di ulteriore personale medico, da qualsiasi bacino questo provenga, è ormai insopportabile: non esistono ragioni economiche, burocratiche o peggio ancora “etiche” che possano giustificare un tale immobilismo. E faccio preciso riferimento all’Ufficio del Commissario ad Acta, con il quale abbiamo provato ad interloquire istituzionalmente, ma che ha l’improrogabile dovere di sbloccare tutte le procedure in atto e stanziare le risorse necessarie per mitigare la carenza di medici reclutandoli ad ogni costo. Basta ripensamenti e burocrazie. Il blocco dei concorsi per evitare le clientele o gli sprechi, ora come ora, è diventata una barzelletta: le clientele continuano ad esserci, gli sprechi pure mentre i reparti restano sguarniti. E faccio riferimento anche all’ASP Cosenza, che ha il dovere altrettanto improrogabile di far rotare il personale medico a disposizione per mettere tutti gli Spoke nelle condizioni di garantire livelli civili di assistenza; ed invece si ha l’impressione che a definire la collocazione dei medici non siano le esigenze dei calabresi, ma delle entità invisibili evidentemente senza alcuno scrupolo né riguardo nei confronti della morale e della salute dei cittadini. Su questa situazione ritengo sia per altro giunto il momento che si esprimano le istituzioni che più di tutte risentono e percepiscono le condizioni di difficoltà di tutte le comunità calabresi, ovvero i Sindaci, attraverso uno strumento che nel comprensorio dell’ASP Cosenza non si utilizza da anni e che, di fatto, non è stato quasi mai valorizzato: la conferenza dei Sindaci che intendo convocare, nella qualità di Sindaco della città più popolosa della Provincia, già nella prossima settimana. Proprio perché sia ben chiaro come né Corigliano-Rossano, né altre città, debbano cadere nella trappola di chi intende generare una guerra tra territori per un diritto inderogabile come quello alla salute. Sia chiaro: se tutto questo non basterà, se non si inizieranno a dare risposte concrete ai territori, questa volta quei territori non si lasceranno dividere o addormentare, ma si mobiliteranno insieme alle Istituzioni locali per rivendicare non privilegi, ma i diritti sanciti dalla nostra costituzione”.