E’ previsto per domani lunedì 21 ottobre mattina alle ore 10 nella sede regionale della Cisl l’incontro fra la deputazione parlamentare calabrese e le organizzazioni sindacali di Cgil, Cisl e Uil confederali, unitamente alle categorie del pubblico impiego e alle categorie dei lavoratori atipici per parlare del destino dei lavoratori a tempo determinato provenienti dall’ex bacino Lsu/Lpu della Calabria.

«Un incontro richiesto dai segretari generali delle tre sigle sindacali maggiormente rappresentative per “consegnare” nelle mani dei deputati e dei senatori calabresi il destino dei 4554 precari che hanno dedicato la loro vita professionale agli enti pubblici che li hanno inizialmente utilizzati quali Lsu e Lpu e negli ultimi 5 anni assunti con contratti di lavoro a tempo determinato, ai sensi dell’art. 1, comma 207, della legge n.147/2013, rinnovati con successive proroghe, la cui ultima scadenza è fissata al 31 dicembre 2019 – scrivono i sindacati in una nota -. Un destino che li ha visti combattere per la sopravvivenza professionale e che se, da un lato, li vede tutti, potenzialmente, destinatari della normativa vigente in materia di superamento del precariato nelle Pubbliche Amministrazioni ed inseriti nel percorso di stabilizzazione già delineato dagli artt. 209, 2ll e 212 della legge n. 147/2013, successivamente rafforzato dalle disposizioni contenute nell’art. 20, comma 14 del D. Lgs. n. 75/2017, riaffermato dall’art. 1, comma 225, della legge n. 205/2017 e da ultimo dall’art. 1, commi 446 – 449, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, dall’altro li condanna ogni autunno a intraprendere azioni di lotta e di protesta per ottenere quella tanto agognata proroga ai loro contratti di lavoro. Un lungo percorso professionale, vertenziale e normativo, sempre sostenuto da Cgil, Cisl, Uil, che avrebbe dovuto sfociare finalmente nella definitiva stabilizzazione. Ma ecco che, invece, all’avvicinarsi dell’ennesima scadenza del termine apposto ai loro contratti di lavoro, ancora una volta le Organizzazioni Sindacali si vedono costrette a intraprendere nuove iniziative per sostenere la legittima richiesta di porre fine a questo stillicidio con la definitiva stabilizzazione di tutti i lavoratori in questione. Iniziative che non possono e non devono prescindere dal coinvolgimento della Deputazione parlamentare calabrese, che si auspica partecipi al completo all’appello rivolto dalle tre sigle Confederali. Solo intessendo una fitta trama di azioni sinergiche fra le Parti Sociali territoriali e la classe politica che in Parlamento deve farsi portatrice dei bisogni e delle istanze del proprio elettorato, pur rispettando il principio costituzionale che libera i parlamentari dal “vincolo di mandato”, si potrà riuscire a risolvere definitivamente questa imbarazzante situazione che vede da oltre 20 anni padri e madri di famiglia lesinare il diritto ad avere un futuro lavorativo. Cgil, Cisl e Uil Calabria chiederanno ai 31 membri della Deputazione parlamentare calabrese di proporre e sostenere un emendamento da inserire nella legge di bilancio 2020, in via di perfezionamento, contenente le deroghe alla vigente normativa in materia di assunzioni nella Pubblica Amministrazione, che offrano la possibilità di: effettuare le assunzioni di detti lavoratori anche in posizione sovrannumeraria, collocandoli in un ruolo ad esaurimento, liberandoli dai limiti fissati dal turn over;  superare l’obbligo di rispettare il tetto di spesa del personale; superare l’obbligo di rispettare il Patto di stabilità interno; superare il limite del 25% dei rapporti di lavoro part-time, fissato dall’art. 4, comma 2, del CCNL 14 settembre 2000 del personale non dirigente del Comparto Regioni ed Autonomie Locali; storicizzare le risorse stanziate dal Governo nazionale, pari a 50 milioni annui, come già effettuato dal Governo regionale, che ha storicizzato risorse pari a 38 milioni annui;  prorogare i contratti di lavoro in scadenza al 31 dicembre 2019 per il prossimo anno 2020. Ma l’occasione sarà utile per affrontare a livello più generale la questione che riguarda tutti i lavoratori che con varie forme di lavoro flessibile ( a tempo determinato, interinale, CO.CO.PRO) da anni a vario titolo garantisco servizi e attività nel Pubblico impiego. Primi fra tutti i Lavoratori precari della Sanità, che da 4 anni hanno consentito la garanzia dei Lea negli ospedali, come nel caso dell’Azienda Ospedaliera “Pugliese Ciaccio” di Catanzaro e ora vedono azzerato il loro percorso lavorativo per lo spirare del termine ultimo apposto ai loro contratti di lavoro. Anche in questo caso è urgente un intervento normativo che recida i vincoli apposti dalla vigente legislazione e dia respiro alle aspettative professionali di chi ha finora contribuito a garantire funzioni e servizi pubblici e agli Enti che hanno bisogno di nuova forza lavoro. Cgil, Cisl e Uil, unitamente a Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl e a Nidil Cgil, Cisl Felsa e Uil Tempo Calabria sono certi che tutti e 31 i parlamentari hanno a cuore il destino dei precari calabresi impegnati ne pubblico impiego e non faranno mancare la loro presenza all’incontro di lunedì 21 ottobre con le Parti sociali, dimostrando di aver davvero meritato la fiducia che il popolo calabrese ha tributato loro».

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