Fonte: www.corrieredellacalabria.it
di Luca Latella
È un pomeriggio anomalo quello trascorso dalla città di Corigliano Rossano. Squarciato da uno status del sindaco, Flavio Status, sulla sua pagina personale di Facebook e non sui soliti canali ufficiali. Il messaggio è di quelli sibillini ma che annunciano alla città notizie nefaste: «Ora hanno tirato troppo la corda».
In men che non si dica, i social si trasformano in una polveriera, tutti allarmati e preoccupati per quelle incomprensibili parole del primo cittadino che da mesi non utilizza il suo profilo sui social. La notizia viaggia velocissima sui social e WhatsApp con un messaggio “funesto”: «Hanno chiuso pediatria e ostetrica». Ma sarà lo stesso sindaco, un’ora e mezzo dopo ad annunciare la sospensione del provvedimento. L’ANNUNCIO DELLA CHIUSURA Nemmeno il tempo di leggere la missiva, è quel che accade in quei minuti concitatatissimi, con la quale il direttore sanitario, Luigi Carino, annuncia – perché costretto dalla carenza di personale – la chiusura, che Stasi è dietro la porta del reparto. Qualche decina di minuti di conciliabolo, qualche parolona, e poi ecco il “miracolo”. La promessa di ritirare il provvedimento in autotutela che per il momento dovrebbe scongiurare la «sospensione delle attività di ricovero di Pediatria e Ostetricia» dell’ospedale di Corigliano. Peraltro l’unica unità operativa complessa utile per tutta la Sibaritide poiché, in sostanza, i bambini da Cariati a Rocca Imperiale e di tutta la Sibaritide – “appena” 220 mila abitanti – nascono e vengono, alla bisogna, curati a Corigliano. Il documento, però, non lascia spazio a interpretazioni. Nonostante la prontezza di riflessi del primo cittadino fiondatosi a Corigliano e tornato quello che faceva opposizione con la mente e i muscoli, che avrà chiesto a Carino ed ai medici dell’ospedale di Corigliano Rossano i miracoli, affinché l’unico reparto del territorio non chiuda – i più vicini sono Crotone e Cosenza, 100 chilometri di “mala” percorrenza nell’uno e nell’altro senso con le strade disponibili nella Sibaritide – il problema rimane. Sospensione dei ricoveri di pediatria si paventava già durante la primavera scorsa; oggi il problema sta trasformandosi in una vero e proprio film horror. E con la Piana di Sibari – servita dall’unico ospedale spoke di Corigliano Rossano – in ginocchio per le infrastrutture e per una stramba politica sanitaria che ne ha affossato il servizio sanitario, con i Lea, i livelli essenziali di assistenza, più bassi d’Europa. La missiva inviata ai reparti, al pronto soccorso, all’Anestesia-Rianimazione, al dirigente reggente dell’Asp di Cosenza, al 118, al direttore dello spoke di Castrovillari e dell’Hub di Cosenza (che si sarebbero dovuti tener pronti per ospitare i pazienti, numerosissimi, di Corigliano Rossano, dove nascono più di mille bambini l’anno) è un condensato di tutto il malessere sanitario territoriale. «Vista la perdurante carenza di pediatri; visto il mancato riscontro positivo alla nostra nota del 10 ottobre; considerato che in via prioritaria, riguardo a qualsivoglia necessità, è indispensabile garantire la sicurezza assistenziale a favore dell’utenza, che non può esserci stante il perdurare e non più sostenibile stress lavorativo cui sa mesi sono sottoposti i pediatri in servizio presso la U.O.C. di Pediatria di questo spoke e fatto presente ad oggi per le vie brevi da parte del direttore dell’U.O.C. di Pediatria; nell’ottica di salvaguardare anche gli operatori sanitari e l’Azienda da indeclinabili responsabilità penali e civili da eventuali danni ai pazienti, si dispone la temporanea sospensione di degenza presso la Pediatria, compreso il “nido” e il trasferimento dei pazienti presenti ancora in reparto; la conseguente sospensione dei ricovero dei pazienti in Ostetricia e il trasferimento delle gestanti ricoverate presso altre strutture ospedaliere in condizioni di sicurezza mediante STAM; il mantenimento dell’assistenza ai neonati afferenti al nido e ancora presenti fino a loro dimissione; il mantenimento delle attività di consuelzna per il reparto di Pronto soccorso dalle 8,00 alle 20,00 in regime di guardia attiva e dalle 20,00 alle 8,00 in regime di disponibilità». Ora non si attende altro che il documento “firmato” del direttore sanitario che sostituisca quello col quale si ordina la sospensione delle attività del reparto. LA SOLUZIONE TAMPONE «Hanno ritirato il provvedimento di chiusura del reparto – è il commento del sindaco Flavio Stasi alle 17,50 dopo quasi due ore di “trattative”, soddisfatto a metà ma comunque “minaccioso” – e non mi costringano a non muovermi da qui. La situazione va sbloccata subito ed in modo definitivo, assumano medici prima che sia troppo tardi, oppure risolveremo i problemi con la mobilitazione». Alle 18,03, ecco giungere il ritiro del provvedimento di sospensione. Questa volta, la firma è del commissario dell’Asp di Cosenza, Ermina Pellegrini. Nella comunicazione si legge come «atteso che nella giornata di ieri su era concordato che questa direzione avrebbe provveduto a risolvere la problematica di carenza del personale sia con l’utilizzo di neonatologi del P. O. di Cosenza, come da convenzione sottoscritta, che il ricorso a turnazioni aggiuntive, si chiede di revocare immediatamente la disposizione per lo stretto periodo della problematica». La comunicazione del commissario dell’Asp è stata inviata prontamente a Carino, ai direttori delle U.O.C di Pediatria e Ostetricia, Pronto soccorso, Anestesia e Rinamazione, al commissario alla sanità Saverio Cotticelli e al dipartimento tutela della salute della Regione Calabria. Insomma, una soluzione tampone sembra si sia trovata, ma fino a quando?