«Se sapremo creare una rete civica e istituzionale che possa fare pressione sul Governo, probabilmente, grazie soprattutto alla nascita della nuova città di Corigliano-Rossano e alle sue mutate esigenze, questo territorio riuscirà ad ottenere nuovamente il Presidio di Giustizia che gli spetta di diritto.

Buono il lavoro che sta compiendo la presidente dell’Intergruppo parlamentare sulla Geografia Giudiziaria, l’On. Elisa Scutellà, ma ora questa azione deve essere accompagnata da altri atti che dovranno portare la questione nel dibattito europeo. Sia il Parlamento di Strasburgo che la Commissione di Bruxelles, già a conoscenza del profondo deficit di giustizia che da oltre cinque anni sta vivendo la Sibaritide, dovranno dare chiare direttive al Governo italiano affinché apri un tribunale in questo territorio». A ribadirlo è il presidente nazionale de Il Coraggio di Cambiare l’Italia, Giuseppe Graziano, che proprio in questi giorni in cui la questione giustizia sul territorio dell’alto Jonio calabrese è ritornata nuovamente in auge, ha riunito il Dipartimento giustizia del movimento per creare delle azioni ancora più incisive mirate ad una soluzione del problema. «La nascita per fusione di Corigliano-Rossano – ricorda Graziano – ha inevitabilmente aperto nuove prospettive a questo territorio che ora può e deve rivendicare nuovi servizi. Non chiediamo la riapertura di un vecchio tribunale ma l’istituzione di un presidio nella terza città della Calabria. Ecco perché Il Coraggio di Cambiare si pone, anche in questo caso, in un atteggiamento propositivo. Già ad inizio della scorsa estate abbiamo avviato un lavoro sinergico tra il Dipartimento giustizia del movimento ed un gruppo di lavoro qualificato all’interno del quale operano giuristi come Antonio Campilongo e Dora Mauro che nei mesi scorsi hanno elaborato un dettagliato report sulle incongruenze tra quanto previsto nella Riforma Severino sulla geografia giudiziaria e la reale applicazione sul territorio: a partire dalle problematiche logistiche ai carichi di lavoro. Discordanze che sono state formalizzate di un corposo documento sia al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, che all’allora presidente della commissione europea Jean-Claude Juncker. Crediamo, pertanto – aggiunge Graziano – che di fianco all’azione posta in essere dall’Intergruppo parlamentare sulla Geografia giudiziaria, in modo armonioso e simultaneo, si debbano andare a scuotere tutti gli altri organi istituzionali italiani ed europei per aprire, così, definitivamente il caso Corigliano-Rossano, per portarlo a soluzione. Per fare questo, però, serve sinergia e gioco di squadra tra i movimenti civici, le associazioni forensi, il Sindaco, il Consiglio e l’Amministrazione comunale di Corigliano-Rossano, la deputazione parlamentare territoriale e quella europarlamentare perla Calabria. Quella per il nuovo tribunale – conclude il presidente del CCI - è una partita che si vince se si resta tutti insieme.

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