Saprà Cesare Marini trasformare il PD locale in un elemento formativo con una entità materiale, con un’assemblea ben definita nel suo compito e sapere porre norme fondamentali nell’ordinamento del partito, saprà dire no ai soliti compromessi, ai soliti veti ?
Non credo che le prossime mosse del PD contemplino di fare da cameriere, o accettare di essere subalterno a qualche coalizione tarocca ora che più di un milione e mezzo (tra cui persone che avevano votato il Movimento 5 stelle) si sono caricati il peso e che, giustamente, ora pretendono unità anche perché si notano segnali di alternativa dopo la grande partecipazione popolare. Il desiderio nasce anche perché siamo in presenza di coalizioni politiche acefale, senza capi, senza principi, non incardinate in nessuna ideologia. Con individui nati dall’unione di genitori con caratteristiche diverse e ben vistose, risultanti da un’arbitraria miscela di elementi provenienti da lingue diverse e da ideologie politiche differenti. Si vuole imporre, a mio avviso, ai coriglianesi un imbroglio politico del quale non sono stati interpellati, e di questo ne devono tenere conto. Parlare delle elezioni (amministrative) del 26 maggio pone non pochi problemi, taluni dei quali di grande rilievo, e non nascondo problemi che devono preoccuparci. Credo che le coalizioni attualmente in campo sono conosciute parzialmente e da poche persone, in special modo dal popolino il quale non mostra interesse nei confronti della politica poiché si è dimostrata incapace nel dare risposte ai loro problemi. Un’analisi senza pregiudizi, non può che confermare come in parecchi ricordano i nomi dei protagonisti più in vista e quelli meno in vista. Se si passa a controllare nomi per nomi vediamo che i ricordi sopravvivono ancora nell’animo della gente, troveremo assai spesso, troppo spesso che si tratta di persone negative, noiose, superate, false, stantie. Diranno che sono pessimista. Qualcuno provi a smentirmi. Ormai è difficile tenersi neutrale, adesso si deve patteggiare più o meno furiosamente, con buone o meno buone ragioni. In queste poche parole, con le quali non pretendo assolutamente di risolvere un così spinoso problema, chiedo ai coriglianesi di dare importanza alle amministrative del 26 maggio, non fosse altro per non trovarci a pentircene di non essere rappresentati degnamente e numericamente nel prossimo consiglio comunale unico. E’ il momento di cercare di costruire con pazienza intorno alla città, continuamente frastornata ed impaurita dalle lacerazioni ad essa provocate e che mai gli sono appartenute, quella unità smarrita. Una delle cose che i coriglianesi devono temere è appunto il crollo del sistema politico locale che potrebbe renderci succubi a quel sistema politico rossanese che oggi come mai si è allontanato dalla buona politica, essendo strumento di difesa di problemi personali, infatti sono molti quelli che sono tornati a candidarsi per questo. Facciamo in modo affinchè non arrivi “l’altro” che cambierà le nostre abitudini, la nostra storia, armiamoci politicamente per resistere alla tentazione di chiuderci in una sorta di bozzolo nella vana illusione che altri possano risolvere i problemi di Corigliano. Potrebbe succedere, e sarebbe peggio, che le “novità” potrebbero essere accolte con dileggio che sovente si traducono in opposizione netta di costume o anche politica. Se dovesse succedere quello che io temo, penso che in un modo o nell’altro noi stessi saremo i responsabili di quel che avverrà tanto da essere allegri del mutamento. Pertanto, basta con gli schemi precostituiti, con il politichese, e si inizi a fare politica con parole semplici, infatti non ha senso la politica se si allontana dalla condizione umana. Pertanto rinnovo l’invito ai cattolici, ai laici, all’area socialista, ai moderati, al PD in particolare a tutto il centrosinistra di andare uniti alle amministrative, piazzando un candidato a sindaco (può essere anche il dott. Gino Promenzio, preferibilmente nel contesto del centrosinistra) meritevole della fiducia delle due realtà in nome di un quadro politico ben definito, omogeneo che metta in campo la centralità del popolo ed una nuova cultura politica inclusiva dei problemi e dei contenuti.
Movimento Centro Storico Corigliano Calabro: Luzzi Giorgio