Il Tribunale Amministrativo regionale del Lazio ha confermato il provvedimento di commissariamento straordinario del Comune di Cassano Jonio per infiltrazioni mafiose.

Non sono bastate le giustificazioni poste in essere dall’ex sindaco Gianni Papasso che erano, invece, state accolte dal Tribunale di Castrovillari. Lo stesso che nelle settimane scorse si era espresso respingendo la richiesta di incandidabilità del Ministero degli Interni verso il già primo cittadino sibarita. Decisione, quella del Tar (che stamani, invece, ha salvato i comuni di Lamezia Terme e Gioiosa ionica), avverso la quale Papasso, i suoi ex assessori e consiglieri di maggioranza, hanno presentato appello al Consiglio di Stato. «La sentenza del Tar, se analizzata attentamente e correttamente, – scrive in una nota l’ex sindaco di Cassano Jonio – testimonia che l’Organo decisionale non è entrato, nella maniera più assoluta, nel merito del ricorso, con il quale si evidenziava, in maniera puntigliosa, la verità in merito a tutti i punti e le questioni sollevati dalla commissione di accesso e che, conseguenzialmente, hanno determinato la dissoluzione del Consiglio Comunale». «Il Tar del Lazio – aggiunge Papasso – non ha, altresì, nemmeno esaminato tutta la massiccia documentazione che i ricorrenti avevano presentato e che testimoniava, palesemente, tutto il certosino lavoro fatto dall’ Amministrazione uscente per l’affermazione della legalità e per impedire qualsiasi forma di ingerenza della criminalità nell’attività dell’Ente. La sentenza del Tar certifica ed evidenzia, inoltre, che non è stata per niente presa in considerazione la sentenza del Tribunale di Castrovillari che, rigettando la richiesta di incandidabilità avanzata dal Ministero dell’Interno nei confronti del Sindaco Gianni Papasso, è entrata nel merito delle singole questioni, le ha approfondite, le ha esplicitate in maniera assolutamente positiva ribaltando, di conseguenza, quanto sostenuto nella relazione prefettizia. Il Tar, quindi, con semplicità si era rifugiato nel “principio della prevenzione». Pertanto, gli amministratori cassanesi hanno ritenuto che una sentenza siffatta non poteva – e non può- essere lasciata passare in giudicato e, perciò, con determinazione e perseveranza hanno proposto appello contro la stessa. Oltretutto, gli stessi amministratori hanno sostenuto e continuano sostenere, ora con maggiore ragione, che lo scioglimento del Consiglio Comunale di Cassano All’Ionio «è stata una grande e gravissima ingiustizia». «Un’ingiustizia – rincara Papasso – che si sta riverberando, soprattutto, nei confronti dei cittadini di Cassano, che stanno pagando un durissimo prezzo. Un’ingiustizia – ribadisce – che ha determinato gravissime conseguenze negative per il territorio cassanese. Quotidianamente, infatti, si avverte il disagio e la disapprovazione della Città rispetto alla pericolosa stagnazione dei problemi che, purtroppo, si sono pericolosamente aggravati sul piano sociale e culturale, sul piano economico e sulla stessa tenuta dell’ordine e della sicurezza pubblica». La battaglia degli amministratori della maggioranza uscente continua, a testa alta, nella convinzione che bisogna continuare a battersi, innanzitutto per la difesa della propria dirittura morale ed amministrativa ma, soprattutto, per difendere la collettività cassanese da una indegna, disonorevole accusa.

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