«Mario Oliverio ammaestri meglio le sue scimmiette! E abbia più rispetto, lui o chi per lui, per la città di Corigliano Rossano, la terza città della Calabria!».
Il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Ernesto Rapani, già consigliere comunale, tuona contro la «scellerata, quanto oltraggiosa, arrogante e ignorante deliberazione della direzione generale dell’Asp n. 40, che smembra di fatto l’ufficio di medicina legale». Per il leader calabrese del partito di Giorgia Meloni «è inammissibile che un coriglianese debba recarsi a Castrovillari per un banalissimo certificato di sana e robusta costituzione, o che un rossanese debba perdere una giornata per andare a Cosenza». «La direzione generale dell’Asp – rimarca duramente Rapani – ritiri immediatamente questo irriguardoso atto nei confronti di Corigliano Rossano e ridisegni i distretti Jonio nord e Jonio sud in considerazione dell’istituzione della città. Avevamo già avvertito nei mesi scorsi che l’atto aziendale sarebbe stato da rifare, adesso abbiamo varcato il punto di non ritorno, ogni umana tolleranza. Non è più sopportabile che dalla terza città della Calabria ci si debba spostare per i capricci personali e di poltrona, o peggio per alquanto chiari disegni contro Corigliano Rossano, di qualche funzionario messo lì da Oliverio. Dunque, che il governatore ammaestri, controlli e supervisioni le figuracce che i suoi scagnozzi gli fanno fare, soprattutto dopo aver sostenuto l’istituzione della “nuova” città». È inammissibile, per il portavoce di Fdi che si debbano perdere «intere giornate per banalissimi certificati o per la medicina fiscale semplicemente perché l’atto istituisce due commissioni provinciali, una che dovrebbe operare a Cosenza e l’altra a Castrovillari e che, qualora si perpetrasse questo scellerato crimine nei confronti di Corigliano Rossano, costringerebbe i cittadini e l’hinterland a doversi spostare senza uno straccio di mezzo pubblico idoneo. L’Asp – termina Ernesto Rapani – prenda atto che è nata una città di 80mila abitanti e Oliverio rimuova chi ci offende in questo modo».