Se si vuole fare una corsa su un terreno scivoloso occorre fare attenzione. E' chiaro come, da più parti, si commentano i tanti problemi che colpiscono la città. Quello che non può andare bene è l'assioma che il problema X sia colpa, a prescindere, della fusione.
O meglio: la fusione ha portato problemi che, però, sono quasi tutti interni al funzionamento della macchina burocratica dei due comuni. Si aggiungono poi quelli dovuti alla presenza di un commissario che, per la natura stessa del suo ruolo, porta sempre un certo distacco dalla conoscenza diretta del territorio. Se la prima rappresentava il forte dubbio sulla fusione stessa, probabilmente derivante dalla scarsa collaborazione delle due precedenti amministrazioni, la seconda è un passaggio naturale che non poteva non esserci. E, crediamo, il gioco valga la candela. Ma se si parla di problemi che colpiscono direttamente la comunità allora il discorso cambia. Alcuni esempi. Rifiuti: non è la fusione a mantenere alta la tariffa ma è l'elevata evasione fiscale accompagnata da una percentuale di raccolta differenziata ancora non sufficiente. La TARI ha la caratteristica di spostare la parte evasa sul totale dell'anno successivo e questo, purtroppo, grava su tutti ivi compresi quelli che pagano. Non dipende dalla fusione, non dipende dal commissario, non dipende dalla fortuna infausta. Cartelle pazze: è vero c'è una serie di comunicazioni che, spesso, sono sbagliate. La società che gestisce il servizio a Corigliano ha effettuato dei rilevamenti virtuali e molti cittadini dovranno regolarizzare il loro stato. Ma anche in questo caso non è un problema che attiene alla fusione ma, piuttosto, ad un passaggio, mal gestito evidentemente, tra la SOGET e la Municipia. Passaggio che con la fusione non ha attinenza. Compito della politica e dell'amministrazione che verrà eletta sarà quello di affrontare un'armonizzazione delle tariffe, una corretta compilazione delle banche dati e, anche in questo caso, una radicale mappatura del territorio per l'identificazione delle situazioni da sanare e mettere a ruolo. Ed eventualmente ridiscutere la "rimunicipalizzazione" del servizio. Servizi: ad ogni inizio d'anno scolastico abbiamo sempre il problema della mensa, il problema del trasporto, il problema del riscaldamento delle scuole. E' colpa della fusione? No vista la cronicità. E', piuttosto, un problema di sovrapposizioni di competenze tra enti, comune e provincia, che vivono situazioni economiche tragiche. Il margine di manovra del commissario, al netto di una lentezza che spesso è più attribuibile alla burocrazia che ad un'effettiva volontà politica, è limitato dai vincoli di bilancio. Non ci piacciono? Vero...Ma romperli non è tra i poteri di un commissario ne, sarà, tra quelli di un sindaco. Occorre che ci sia un Governo che seriamente affronti la questione in Europa...Purtroppo abbiamo mandato a trattare Totò, Peppino e la malafemmina... Quello che emerge è la volontà di sobillare l'opinione pubblica, giustamente stanca della situazione e forse bisognosa di una soluzione rapida, non affrontando il problema ma lo trasla su un piano puramente strumentale. Cerca di cavalcare un malcontento proponendo un "nemico", la fusione, millantando un'impossibile passo indietro. Ed allora i cittadini che hanno scelto con un metodo democratico che mai aveva avuto eguali a queste latitudini, non devono scordare alcune cose: hanno scelto la fusione come strumento che, nel tempo, consenta a tutto il territorio di superare uno stato di crisi economica pesante. Crisi che, ad oggi, non vede alcun intervento degli enti superiori, governo in primis, e che, anzi ha corso il rischio di perdere importanti finanziamenti già stanziati (SS106).I cittadini hanno scelto la fusione perché volevano trasformare l'esistente, reagire ad un esercizio politico che non ha prodotto benessere e che, negli ultimi vent'anni, ha fatto regredire uno dei territori più ricchi del meridione fino ai punti più bassi negli indicatori di sviluppo, di ricchezza e di efficienza sociale. E' anche contro quella politica che il cittadino ha votato e scelto il cambiamento.E quella partecipazione popolare, quella reazione orgogliosa ad un malessere, non può perdersi attraverso speculazioni improbabili. E' una fase di transizione e, come tutte le transizioni, presenta difficoltà avvolte impreviste. Ma, abusando di una frase nota, siamo come una nave e, le navi, non sono fatte per stare nei porti...Per svolgere il loro compito al meglio devono affrontare il mare aperto...E noi siamo anche una città che sa affrontare bene i rischi del mare...
Sinistra Italiana Corigliano-Rossano