Nella foto: Amerigo Minnicelli
Di “fusionisti” finti, tra politici, ce n’è da vendere, compresi quei tanti che al Referenum hanno detto SI e poi hanno votato NO.
Oggi pare che vengano allo scoperto, poggiando sui limiti dell’attuale gestione Commissariale e sulle obiettive difficoltà della funzione loro assegnata. Se da un lato la Commissione sembra sempre più incline ad inseguire, non sempre in modo felice e limpido, piccole beghe, polemiche e contrapposizioni spinte da qualche parte compreso qualche dipendente e a recriminare, altri vorrebbero attribuire alla fusione tutti i mali esistenti già prima di essa. I casi li abbiamo e al momento giusto li potremo anche esibire essendo che noi siamo sempre sul Progetto, sui problemi e sulle necessità, spendendo, come al solito, il nostro tempo ... mentre altri stanno a guardare. Questa mattina è stato di scena un ex Consigliere regionale, ex Sindaco e amministratore il quale a volte resta muto, a volte è ciarliero e tal altra scrive da populista tendendo a confondere le idee e cavalcando l’inevitabile malcontento. Cosa c’entri la rottura di una condotta d’acqua, piuttosto che un marciapiede sgangherato o altro del genere, con la fusione e la sua riuscita o meno, resta un mistero persino per quell’elettorato protestatario che conosciamo bene e che rappresenta il vero pericolo per il futuro della fusione e della Città nuova dato che quelle forze sono state manifestamente contrarie o indifferenti al progetto stesso della Fusione. Chi si illude di cavalcare “mani pulite” dopo decenni di anti politica sbaglia di grosso. I problemi della nuova Città sono enormi e non basterà la buona volontà. Come al Governo non basta dire che si fanno riforme o provvedimenti epocali quando i protagonisti inciampano in ogni ostacolo ed hanno tutti contro. Non è questo il modo di cambiare le cose in un momento di grave crisi sia centrale che periferica. Occorre riunire attorno ad un Progetto fattivo di lavoro le forze migliori e le professionalità che ci sono e che vanno portate nel Consiglio Comunale come fosse una vera e propria fase costituente. Finiamola con le avventure e gli avventurieri senza arte né parte. A noi non spaventano, lo diciamo subito, le minacce di ritornare all’origine pre-fusione e non meraviglia più di tanto che questa presa di posizioni avvenga giusto a 5 mesi dall’indizione dei comizi elettorali per il Consiglio Comunale unico. “Era meglio prima” sembrano dire misconoscendo le reali difficoltà del momento e descrivendo il prima come il migliore dei mondi. Abbiamo conosciuto invece tutti gli ex Sindaci dei due Comuni e nessuno ha avuto in mano la bacchetta magica, tanto da ridurre Corigliano come Rossano non solo all’indebitamento (in due fanno 100 milioni) ma anche alla penuria di infrastrutture come in nessun altro luogo d‘Italia. Siamo, grazie a quelli là, preda del maltempo in linea con il peggiore Sud, abusivismo compreso. Soprattutto quell’abusivismo poggiato su autorizzazioni taroccate che hanno ridotto gli spazi pubblici, i servizi, realizzato condutture che poi esplodono. E non si finirebbe mai di enarrare il peggio che c’è e che ci hanno lasciato. Non è un caso che sia venuta dal popolo la Fusione. Noi militiamo, da tempo, in un altro campo e vogliamo occuparci dei problemi e delle soluzioni al netto di certe paturnie … senili che pare non risparmino nessuno ai vertici come alla base. I conti tornano sempre.