La semplicità non è mai immediata, ma si raggiunge per gradi, ma soprattutto con umiltà, affrontando i temi veri senza tatticismi fuorvianti, rivolgendosi alla cosiddetta società civile (forse qualcuno ritiene che c’e’ ne sia un’altra incivile) il popolo (oramai di questa parola se ne fa un uso esagerato) vuole fiducia nel futuro e politici onesti che lo amministri.

Parlare e scrivere difficile con il fine che il cosiddetto popolino non comprenda è la dimostrazione per accaparrarsi le simpatie più che altro di politici che alla fine possano intervenire presso il proprio elettorato per veicolare il consenso verso chi oggi li esalta. Io lo definisco: voto di scambio, scambio di piaceri.  Il parlare politichese fa parte del linguaggio della politica caratterizzato da uno stile ampolloso, criptico inutilmente complicato, utilizzato con consapevolezza nella comunicazione pubblica volutamente incomprensibile. Andiamo ai problemi veri: la chiusura dei bagni pubblici nel centro storico, per la precisazione quello dietro villa Margherita, o se preferite alle spalle dell’ufficio postale. La chiusura del bagno pubblico di via regina Elena, alle spalle di palazzo Bianchi, la chiusura del bagno pubblico di Piazza del popolo e di qualcun altro che adesso non ricordo. rimane aperto (per modo di dire) solo quello a ridosso delle scuole elementari di San Francesco, in condizioni degradate al punto tale che è meglio non andarci nemmeno per i più semplici bisogni fisiologici. Tutti sanno, politici compresi, che oramai il centro storico è abitato prevalentemente da anziani sofferenti chi per incontinenza urinaria e chi di prostata per essere volgare.  Non si può dire agli anziani come ha fatto un ex vice sindaco  coriglianese: prima di uscire mettetevi il catetere con annessa busta contenitrice di urina, una pessima e volgare risposta! Chi di noi, non ha visto durante il giorno anziani e non prendere il sole, passare un po’ del loro tempo seduti sulle panchine presso villa Margherita o nei pressi dei bar di via Roma. E’ possibile che nessun amministratore si è chiesto: se questi hanno bisogno di soddisfare anche il minimo bisogno fisiologico (andare a pisciare, dove vanno?) lo stesso succede a piazza del popolo. Evidentemente qualcuno preferisce che gli anziani non escano di casa, così il problema non esiste. La mancanza di bagni pubblici si avverte maggiormente quando vengono a visitare il borgo antico i turisti o i passeggeri di qualche nave da crociera che attracca nel porto. Quante volte ho sentito  dei turisti chiedere a dei cittadini,  se c’era un bagno pubblico dove recarsi per un semplice bisogno fisiologico. Questa è la degradata situazione di Corigliano che molti preferiscono non raccontare è che tra l’altro “oggi” è la città natia di ben 3 parlamentari della Repubblica italiana se si esclude la quarta deputata rossanese. Altro problema non indifferente: perchè l’impresa IAS ( impresa autolinee Scura) non emette, non si adopera dei cosiddetti biglietti integrati a tempo, validi per 100 minuti (i cosiddetti bit) da utilizzare nel comune di Corigliano e nell’area urbana esclusi alcuni collegamenti. Non è giusto che molti cittadini privi di auto che  debbono recarsi  allo Scalo per sbrigare un impegno che necessita di dieci minuti  di tempo, debbano ripagare il biglietto per ritornare da dove erano saliti (due euro e quaranta centesimi andata e ritorno). Quali sono gli ostacoli, se ve ne sono, che impediscono questa novità per Corigliano? Il comune, la provincia, la regione possono intervenire? I biglietti si potrebbero acquistare anche presso le rivendite autorizzate, non pretendiamo, le emettitrici automatiche, perchè sarebbe troppo per un comune come il nostro. Per ultimo, rispondo a coloro i quali dicono: che sia per Corigliano che per Rossano c’e’ bisogno di una idea fortemente proiettata verso l’innovazione e lo sviluppo delle proprie vocazioni (fin qui, niente da eccepire) ovvero sul grande patrimonio agricolo: olive, clementine, arance, limoni ecc. Evidentemente qualcuno con il beneplacito del dubbio non sa, al contrario di coloro i quali dopo peripezie politiche sono saliti sul carro di Salvini  ed i quali stravedono per lo stesso additando lo straniero (anche se lo sfruttano anche loro)  come il nemico da bruciare sul rogo, colpevole di tutti i guai dell’Italia. Questi e gli intellettuali della politica non considerano che sono proprio i lavoratori stranieri a trainare la raccolta degli agrumi. Gli operatori del settore agricolo in particolare: produttori, imprenditori agricoli, e proprietari di attività commerciali  e mercati del nord, dovrebbero ringraziare i tanti lavoratori: ucraini- rumeni- bulgari-polacchi- marocchini- lituani ed i cosiddetti “negri” come a in spregio li chiama qualche razzista che sulla via di Damasco si è convertito alla Lega. E’ grazie a questi lavoratori se gli agrumi non marciscono sulla pianta, è grazie a loro se il frutto viene raccolto anche quando il tempo non è clemente. Si può essere daccordo o no. I cosiddetti immigrati o “clandestino” come piace chiamarlo ai  sovranisti e populisti debbono sapere che sono loro che contribuiscono alla ricchezza di questo settore e del territorio. Ringraziamoli per lo meno!

 

Movimento Centro Storico Corigliano Calabro – Luzzi Giorgio

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