Stiamo attendendo invano, da settimane, che l'azienda proprietaria del sito di Sant'Irene comunicasse all'intera comunità quale fosse lo stato dell'arte del progetto “Futur-E”, ovvero del concorso con il quale Enel ha messo – di fatto- in vendita la centrale ed ha attivato una procedura di selezione rispetto a eventuali progetti presentati.

Già in consiglio comunale ci siamo espressi nettamente sul metodo con il quale l'azienda stava gestendo tale procedura, un metodo che di fatto ha escluso l'intera comunità, compresi i suoi rappresentanti, da un processo decisionale dal quale possono dipendere le sorti del territorio. Un metodo dunque scorretto, sbagliato e che – ovviamente – non ha prodotto risultati positivi. Ormai sono mesi che, tra un intoppo e l'altro, attendiamo che Enel renda pubbliche le proprie intenzioni avviando un reale confronto con la comunità. Troppi mesi. Pertanto, essendo stufi di brancolare nel buio insieme all'intera comunità di Corigliano-Rossano, rompiamo il silenzio esprimendo pubblicamente perplessità e proposte che sono state già formalmente comunicate allo staff di Futur-E e sulle quali avevamo chiesto che si aprisse un dibattito pubblico e trasparente.  L'azienda energetica sta valutando l'ipotesi di avviare sull'area dell'impianto un progetto minimale di coltivazione di alghe, che occuperebbe pochissimi ettari, per altro in una zona attualmente non occupata da attrezzature industriali bensì da uliveto. Si tratta di un progetto sul quale non ci sono particolari preclusioni, per quanto le informazioni al riguardo siano ancora estremamente insufficienti, ma che è assolutamente improponibile da solo. Non vorremmo si trattasse di un ulteriore escamotage per tentare di abbandonare l'area nello stato in cui è, magari continuando a diminuire progressivamente il numero di lavoratori impiegati fino allo zero, che è un po' quello che Enel sta facendo ormai da molti anni a questa parte, come del resto è stato evidenziato proprio ultimamente a causa della triste vicenda di uno dei lavoratori più anziani dell'indotto. Non intendiamo volgere una sterile critica, né sollevare polveroni, ma chiarire pubblicamente che l'azienda ha l'obbligo di relazione alla comunità sulle prospettive dell'impianto e di assumere responsabilità ed impegni precisi, così come deve fare la Regione Calabria ed il Governo Nazionale dal momento il sito Enel di Rossano non è di interesse locale, bensì nazionale, senza dimenticare la grande quantità di azioni in possesso del Ministero del Tesoro, quindi pubbliche. Ciò che abbiamo proposto, e che ci auguriamo venga preso in seria considerazione da tutti gli attori in campo, è di individuare un progetto che non solo riqualifichi l'intera area (e non un angolino) nel rispetto delle vocazioni turistiche ed agricole della città di Corigliano-Rossano e dell'intero territorio, ma che sia anche funzionale alle prospettive di sviluppo di una città che non è più divisa dal Cino e dalle ciminiere della centrale, ma che è unita e che quindi deve rivedere la propria pianificazione territoriale, ivi compresa l'area di Sant'Irene.  Se questo sarà l'approccio, noi saremo totalmente disponibili a collaborare e supportare l'azione congiunta dell'azienda e delle istituzioni extra-locali in questa direzione, con una precisazione chiara: se non dovesse essere possibile individuare un progetto valido ed affidabile con questo tipo di requisiti, Enel dovrà farsi carico dello smantellamento e della bonifica dell'intera area, senza se e senza ma. A tal proposito, la pretesa di divincolarsi da tali obblighi utilizzando un presunto piano di caratterizzazione commissionato dalla stessa Enel ad una azienda estera, ci preoccupa. Pertanto sia chiaro, e ci assumiamo la responsabilità di ciò che scriviamo, che riteniamo tale piano di caratterizzazione approssimativo e profondamente insufficiente: abbiamo già avuto a che fare, in passato, con studi epidemiologici farlocchi, vorremmo evitare episodi simili. Entrambe le prospettive proposte significherebbero una cosa certa: aumento dell'occupazione reale, in un'area che vive un vero e proprio dramma del lavoro. E dunque, fregandocene dei colori politici ma nel massimo rispetto delle Istituzioni, cosa aspettano il governo regionale ed il governo nazionale ad inserirsi in questa importante discussione, spronando l'azienda e supportando eventuali progetti virtuosi?  Ciò che ci aspettiamo ora è che l'azienda, dopo due anni al chiuso delle stanze, apra un dibattito pubblico, aperto e trasparente con l'intera comunità di Corigliano-Rossano, faccia chiarezza sulle proprie intenzioni e si assuma finalmente delle responsabilità: noi la invitiamo pubblicamente a farlo per il bene della città e del territorio.

 

 Flavio Stasi Portavoce Movimento Corigliano-Rossano Pulita

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