La recente e, probabilmente, inutile polemica innescata sulla riorganizzazione dell’Ospedale Spoke di Corigliano-Rossano ha messo alla luce, ancora una volta, vuotezza di idee e mancanza di lungimiranza di ben identificati esponenti politici ed istituzionali del nostro territorio.
Da premettere che l’iniziativa del Commissario prefettizio Domenico Bagnato di convocare un incontro per discutere delle problematiche della sanità nella nuova Città è stato un gesto apprezzabilissimo e sarebbe potuto diventare un momento di sana e costruttiva proposta. Questo, se solo gli ex Sindaci convocati e seduti al tavolo insieme all’Asp avessero colto la buona occasione per chiedere lumi alla direzione provinciale sanitaria sull’inizio dei lavori del nuovo ospedale, sul contestuale potenziamento dello Spoke e dei livelli essenziali di assistenza, e più in generale su tutti i servizi connessi a riconoscere il diritto alla salute ai cittadini della Sibaritide. Purtroppo, però, si è perpetrato – così come per tutte le altre vertenze della nuova Città - nella malsana abitudine di parlare del nulla e di difendere ognuno i propri orticelli che, tra l’altro, dopo la fusione non esistono più! È il commento amareggiato del presidente de Il Coraggio di Cambiare l’Italia, Giuseppe Graziano, nonché promotore della legge regionale sulla fusione di Corigliano e Rossano, all’esito dell’incontro, tenutosi nei giorni scorsi per discutere della riorganizzazione dello Spoke, tra il Commissario Bagnato, i due ex sindaci Geraci e Mascaro e i dirigenti dell’Azienda sanitaria. Ancora una volta – ribadisce Graziano - i due ex sindaci si sono fatti portavoce di preoccupazioni inesistenti – subito rigettate da come si evince dal verbale dell’incontro - atte a tutelare quegli orticelli che dopo la fusione, per fortuna, non esistono più! C’è una nuova grande Città che oggi deve cercare di ottenere quanti più servizi rifiutando la logica dei due campanili. Ecco perché piuttosto che continuare ad azzuffarsi tra di loro, Geraci e Mascaro avrebbero dovuto chiedere alla Regione, considerato che oggi sussistono più che mai i requisiti, un potenziamento dei servizi per la viabilità e i trasporti tra i due ospedali ed un ampliamento dei servizi sanitari nello Spoke, a prescindere dove essi vengano allocati. Siamo stati troppo ottimisti – aggiunge il presidente del CCI - soprattutto nel pensare e credere che l’ex sindaco di Rossano (del collega coriglianese lo sapevamo già e da tempo) potesse incarnare in qualche modo l’animo del cambiamento, facendo sua la rivoluzione culturale della fusione. Così non è stato e, purtroppo, l’atteggiamento sibillino e controverso dell’ultimo primo cittadino rossanese lo abbiamo visto crescere e maturarsi nel corso del suo mandato. Durante il quale è stata annullata l’azione partecipativa dell’intera coalizione di governo. C’è stato solo un gruppo di comando composto dal sindaco, dal suo fedele assessore consigliore e dal vice sindaco che ha agito in barba alle linee di mandato e facendo scelte spesso imbarazzanti. Una realtà, per noi amara, dalla quale non possiamo che continuare, con più forza, a prendere le distanze. Del resto il voto popolare del 22 ottobre ha scelto di andare verso un’unica città anche con la consapevolezza di voler neutralizzare questo gruppo di comando risultato del tutto inadeguato a confrontarsi – conclude - con le esigenze del territorio.
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