Prima di “Rimborsopoli” nel 2013 scivola su una presunta parentopoli perché tra le sue collaboratrici al senato, recluta la figlia del suo compagno, quando viene scoperta la magagna rescinde il contratto e licenzia l’enfant prodig.
Perdonata dal M5S come niente fosse successo è stata nominata ministra per il Sud. Stiamo parlando della ministra Barbara Lezzi. Essendo lei del Sud ed esponente del governo, avrà sentito parlare del “Porto di Sibari” ubicato nel centro del Mediterraneo dove vi è una convenienza di rotta, essendo un luogo centrale ed in grado di intercettare le merci, lavorarle e spedirle in tutta Europa una volta attivato tanto da fare concorrenza al porto di Rotterdam. La neo ministra deve sapere che i fondali”12- 17”metri sono capaci di sopportare nave con 15- 20 mila containers alla volta, ovvero all’altezza dei più coefficienti porti del mondo. Basterebbe attingere le risorse economiche necessarie dai mille miliardi dormienti per i porti. Si pensi alle imprese che verrebbero ad inserirsi nell’interporto, allo stoccaggio, all’imballaggio, alla lavorazione delle merci, alle figure professionali che troverebbero lavoro una volta andata a pieno regime: Verniciatori, meccanici, elettricisti, servizi, filiali che potrebbero insediarsi sul territorio, per non contare tutto ciò che ruota intorno al porto che attrarrebbe star tup straniere che investirebbero in nuove tecnologiche, in formazione, in ricerca, in logistica, piattaforme digitale, elettronica, ricerca di attivazione di soft weare che inviino segnali già quando i containers sono in navigazione, preparando così in anticipo le metodiche di sbarco alle merci per essere più efficienti, più competitivi in quanto si potrebbero dotare anche di impianto autonomo dal punto di vista energetico, costruire componenti per navi, per trivellazioni, creare, costruire pezzi di ricambi per andare verso la Pianura Padana. Germania del sud, Austria, Belgio, Ungheria sul corridoio 3 da Sibari- Taranto- Bari e via Adriatica verso l’Europa a condizione che si ammodernino autostrade, la S.S. 106, una linea veloce compresa una ferrovia che parta da dentro il porto. Si rafforzerebbe di fatto la via della Calabria al medio Oriente, la lavorazione agro alimentare nel porto, servendo i mercati nazionali e proseguire la via per il nord Europa, invece si continua a preferire il porto di Rotterdam dove le navi containers navigano il canale di Suez per poi essere scaricati in tutta Europa, arrivare anche a Busto Arsizio dopo un giro più lungo di 5 giorni rispetto alla posizione del porto di Sibari. Questo succede perché c’è la volontà di trascurare i porti, i luoghi più comodi dell’Italia. A questo si aggiunga la perdita di gettito fiscale che si aggira intorno ai 3- 4 miliardi all’anno. E pensare che per recuperare tale gettito fiscale basterebbe trattare tra stoccaggio, imballaggio, lavorazione e spedizione un milione e mezzo di containers all’anno. Tutto ciò al sud del Marocco e a Tangeri è già stato fatto, questi paesi lavorano già in stretto contatto con il porto di Rotterdam traendone vantaggi, perché da noi non è possibile? Basterebbe dotare per il momento il porto di Sibari di un solo terminal che possa scaricare le merci e spedirle. E’ poi è così difficile dotare il porto di Sibari di una Z.E.S: Zona economica speciale? Sarebbe importante anche dare al porto di Sibari una qualsivoglia autonomia dal porto di Gioia Tauro o dare lo stesso in concessione ad una o più multinazionali come è stato fatto per il porto del PIREO (GRECIA) ai Cinesi. Questi il vero problema da affrontare per agganciare la Calabria, il sud ai porti moderni. Significherebbe posti di lavoro per quella popolazione(il 50%) che soffre la miseria e costretta ad emigrare. Il tempo della ricreazione, dell’approccio elettorale, delle promesse facili è finito, ora bisogna passare dalle parole ai fatti, non fosse altro che lo sviluppo del Sud potrebbe invertire la immigrazione dal nord al sud.
Per il movimento centro storico: Luzzi Giorgio