Se c'è una cosa che ha caratterizzato questa disastrata amministrazione comunale è la spiccata propensione all'indebitamento ed all'impegno straordinario di risorse per i prossimi anni. Una propensione, del resto, che ha da sempre caratterizzato questa classe dirigente post-democristiana (di cui l'amministrazione è fedele riproduzione) che ha basato sullo scarica barile generazionale la propria capacità di governo del presente, ad ogni livello.

 Non può non essere questo il senso con il quale un esecutivo a tempo determinato si ostina a tentare di rifilare non solo alla nuova classe dirigente che verrà, ma persino alla nuova città, debiti di ogni tipo, concessioni secolari e servizi appaltati per un decennio.  A seguito dell'esposto fatto insieme ad altri consiglieri di opposizione siamo in attesa di scoprire quali saranno le mirabolanti risposte dell'Amministrazione alla Procura della Corte dei Conti, che ha effettuato richieste precise sull'ormai famoso concorso per dirigenti; un concorso che viene da lontano, ovvero da quella famosa delibera di giunta di modifica del regolamento degli uffici e dei servizi imboscata per 4 mesi, e che alla luce della fusione risulta (se possibile) ancor più inopportuna. Ma come si può pensare a nominare un dirigente adesso, a pochi giorni dallo scioglimento dei comuni, in un contesto dove l'organizzazione degli uffici comunali sarà uno degli snodi principali del cammino della nuova città?  Addirittura sembra che le mirabolanti amministrazioni, prima di fare largo (finalmente) al commissario stiano pensando di emanare una nuova pianta organica e di “regalare” qualche avanzamento di carriera, giusto per “aggiustare” qualcuno in vista della nuova città. Attenzione: siamo certi che ci siano dipendenti il cui operato debba essere valorizzato, ma non è attraverso provvedimenti last-minute che si può mettere mano ad un organizzazione comunale colma di inefficienze prodotte da anni di favoritismi e gestione “partitica” del personale. Ma tali osceni tentativi non stanno riguardando soltanto il personale. Dopo “l'affare Consip” che ha appaltato il servizio di pubblica illuminazione per quasi dieci anni (a pochi mesi dallo scioglimento del Comune) e oltre all'ormai famigerata vicenda delle aree sociali per le quali, in coerenza col proprio arrogante operato e delirio di onnipotenza, la giunta Candiano-Mascaro non si degna di rispondere neanche alle interrogazioni consiliari, in questi giorni si sta tentando di prorogare la concessione del Palazzetto dello Sport di via Candiano dal 2025 al 2032. Si tratta del famoso palazzetto il cui canone di locazione è quello di un locale da 50 metri quadri, e per il quale alcuni termini dell'appalto – che ritenemmo già molto molto discutibili all'epoca - sono stati già disattesi, come quello della realizzazione di una piscina all'interno della struttura. Si tratta dell'ennesimo tentativo, da parte dell'esecutivo comunale, di ipotecare risorse per il futuro. Un esecutivo che, per altro, ha tentato goffamente con un gioco di parole da prima repubblica di rifilare la responsabilità alla Provincia. La Giunta, quantomeno a fine mandato e con rispetto nei confronti dell'importante percorso di fusione alle porte, dimostri responsabilità e ritiri questo provvedimento osceno. Le due amministrazioni comunali svolgano serenamente l'ordinaria amministrazione nelle ultime settimane del proprio mandato, evitando provvedimenti raffazzonati, d'emergenza e dai propositi discutibili, evitando di aggravare ulteriormente la grave situazione di inefficienza ed opacità che caratterizza i due comuni. È sacrosanto che sia la nuova classe dirigente della città unica ad assumersi la responsabilità di gestire e tentare di valorizzare l'enorme patrimonio del territorio, compreso quello immobiliare e relativo agli impianti sportivi.

 

 Flavio Stasi - Consigliere Comunale - Gruppo Consiliare Rossano Pulita

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