di Salvatore Martino
Dalle notizie che giungono in queste ore dai partiti, in relazione alle preparazione delle liste elettorali, c'è da chiedersi seriamente se le prossime elezioni politiche costituiranno o no un esercizio di democrazia.

Da quanto si apprende, la sensazione è che non si stia procedendo ad una scelta ma ad una vera e propria resa dei conti, che spiegherebbe, da un lato, la esclusione di candidati credibili, e dall'altro, la imposizione di nomi che nulla hanno a che fare con i collegi in cui questi dovrebbero essere votati.

L'impressione è che agli elettori non si voglia chiedere il consenso, come sancisce la Costituzione, ma un atto di fede.

Allora bisogna convenire che non si tratta più di elezioni popolari, ma di un'altra cosa!

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