Circola da ieri, infatti, l'indiscrezione della chiusura, nelle ore notturne, del laboratorio di analisi dell'ospedale di Corigliano.

Sembra una fake news, inglesismo molto usato ultimamente, una bufala, per dirla con parole nostre, ma non lo è, perché in questa sgangherata Calabria tutto è possibile, anche il dover ascoltare increduli notizie come questa e perché, in questo lembo di terra, al peggio non vi è mai fine. I ben informati dicono che il laboratorio di analisi dell’Ospedale ausonico chiude per mancanza di personale, a dir poco paradossale, in un momento di crisi dell’occupazione come quello attuale e che la prestazione sarà garantita da un servizio navetta di ambulanze che di notte faranno avanti e indietro da Rossano. Non sappiamo a quale mente sopraffina sia balenata questa idea balorda, ma da profani non riusciamo proprio a capire come si fa ad avere in tempo reale un’analisi degli enzimi cardiaci in caso di infarto. Continua, quindi, lo stillicidio nei confronti della sanità Coriglianese, la goccia assassina utilizzata da irresponsabili burocrati e politici che giorno dopo giorno si abbatte sulla parte più debole della società, i cittadini bisognosi di cure, che con la scusa di dover fare quadrare i bilanci in realtà raggiunge solo l'obiettivo di deprivarci ogni giorno di più dei livelli essenziali di assistenza, in modo subdolo ma per certi versi, come in questo caso, con una violenza inaudita. Vogliamo qui ricordare che l’80 % del bilancio regionale viene speso in sanità avendo come ritorno un servizio pessimo, non per negligenza di coloro che ogni giorno sono chiamati a combattere una guerra in trincea, che a volte lavorando al limite del protocollo si immolano per garantirci un minimo di assistenza sanitaria, ma per pagare i viaggi della speranza dei cittadini calabresi. Ciò detto, noi di Rifondazione Comunista stiamo verificando se la notizia sia vera, sul caso specifico, ma crediamo altresì che la misura sia colma, pertanto ci attiveremo per avviare tutte quelle azioni di lotta e di opposizione sociale a difesa di un diritto, quello alla salute, così come sancito in Costituzione. Era questo il rilancio che celebrava il decaduto consigliere regionale Giuseppe Graziano? Ora ci spieghiamo a cosa è servita la passerella sullo jonio di qualche settimana fa, da parte del Ministro Lorenzin, seguita dal Sottosegretario di Stato allo Sviluppo economico, Sen. Antonio Gentile, sono venuti a disporre l’ennesimo scippo nei confronti di una comunità, quella coriglianese, già ridotta alla canna del gas. Come partito, quindi, ci attiveremo per le implicazioni che in particolari condizioni si potrebbero verificare e contestare la temuta sospensione di pubblico servizio, nei confronti del responsabile o dei responsabili di tale dissennata scelta, che attenta direttamente alla salute dei cittadini! Facciamo appello, quindi, al Sindaco Giuseppe Geraci, al Presidente del consiglio comunale, agli assessori, ai consiglieri Comunali coriglianesi, oltre che ai consiglieri Regionali che hanno dimostrato di tenere a cuore le sorti delle popolazioni di Corigliano e di Rossano, così come hanno fatto in occasione della beffarda consultazione referendaria, di dare un senso al loro ruolo e di arginare questa deriva senza fine in cui versa il presidio sanitario coriglianese, che con questo ennesimo furto rende ancora più precaria la qualità e la speranza di vita dei cittadini del versante jonico calabrese. E’ utile qui ricordare, che con la chiusura determinata da un logaritmo aritmetico di qualche burocrate sovraterritoriale, degli ospedali di Trebisacce e di Cariati, nominato dal governo di centro-destra, Renzi-Gentiloni-Alfano, tutt’ora in carica, l’offerta sanitaria di questo comprensorio è ricaduta sugli ospedali di Corigliano e di Rossano, con gli operatori sanitari ed amministrativi costretti a fare i salti mortali per garantire il servizio ed ai quali chiediamo di non rimanere indifferenti, se la notizia fosse vera. I soggetti pubblici sopra richiamati si attivino, dunque, con la massima urgenza, nelle modalità e nelle sedi opportune, considerata la loro importante funzione di rappresentanza, che non può e non deve limitarsi alla richiesta del consenso, ma di spenderla sul campo, come in questo caso, difendendo un presidio di civiltà come il controllo continuo della qualità della salute dei cittadini che dovrebbero rappresentare.

Mario Gallina e Antonio Gorgoglione (Direzione Regionale e Provinciale del PRC)

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