Fonte: Comunicato stampa
Ho letto con grande interesse l'intervento del Senatore Rapani sulla politica portuale della Calabria di cui, evidentemente, il governo regionale e nazionale non hanno la più pallida idea.
Si è trattata di una buona occasione, quella della ottima riqualificazione di una banchina del porto di Crotone, per evitare di tornare sui disastri della ZES Unica prodotti dal governo di centrodestra che hanno fatto sfumare oltre 30 milioni di gentili contributi (più della metà del totale) che avevano, giustamente, motivato degli investitori privati.
Una occasione perduta purtroppo, che però mi da la possibilità di rispolverare la memoria e parlare della cosa più importante: lo sviluppo portuale.
È ormai acclarato che il vero problema di questa scelta non riguarda certo il Comune - che si è limitato a far notare nelle sedi competenti qualche titanica, certamente involontaria, svista amministrativa - ma i fondi pubblici che nel frattempo non erano più garantiti per la geniale idea del Governo di estendere le zone ZES all'intero meridione d'Italia: se così non fosse, allora ricordo che al momento esiste una autorizzazione ZES valida a tutti gli effetti che consente di aprire il cantiere industriale sulle banchine 2, 3 e 4, non domani ma oggi.
Parlando invece di cose più importanti, cioè di prospettive di sviluppo vere, la politica dovrebbe preoccuparsi del fatto che dal 1994 ad oggi, cioè in trent'anni, il nostro Porto non è mai stato dotato di un Piano Regolatore, cioè non ha mai avuto nemmeno la minima idea di uno sviluppo. È proprio a causa di questa mancanza che il nostro Porto viene individuato ogni dieci anni per qualche progetto artificiale che, puntualmente, si trasforma nell' “unica possibilità di sviluppo possibile”. Siamo passati dalle ecoballe al rigassificatore alla metallurgia pesante.
Non solo. Viste le nostre continue denunce pubbliche, finalmente dal 1995 nelle scorse settimane l'attuale management dell'Autorità di Sistema ha avviato il percorso per il Documento di Programmazione e per il Piano Regolatore Portuale: meglio tardi che mai. Tuttavia ciò che emerge è che la proposta di pianificazione, la prima vera pianificazione del sistema portuale calabrese, per Corigliano-Rossano preveda di confermare l'assetto per il quale in tutte le banchine si può fare tutto. In pratica significa non fare nulla.
Come Amministrazione, al contrario, intendiamo lavorare per una pianificazione che finalmente dia una destinazione di utilizzo alle banchine del nostro Porto con un relativo Piano di Investimenti che renda concreto tale destinazione: temiamo che il problema sia proprio questo. Con tutto il rispetto per le luci megagalattiche e per qualche rabberciata alle banchine, temiamo che il non voler definire la funzione delle banchine sia utile ad evitare di fare investimenti veri nel nostro Porto, come successo negli ultimi trent'anni, durante i quali l'unico investimento vero fatto nel porto è stato il Mercato Ittico, fatto dal Comune. Non ci pare sia prevista nemmeno una banalissima strada di collegamento tra il Porto e la Zona Industriale, che infatti progetteremo come Comune, avendo le idee chiare su come sviluppare e valorizzare questa infrastruttura integrandola nel territorio.
La politica, soprattutto quella di livello nazionale, dovrebbe occuparsi di questi argomenti, senza tentare maldestramente di scaricare su altri le proprie decennali inadeguatezze.
IL SINDACO FLAVIO STASI