Mio caro Stefano , la mia esperienza nella politica, di sindaco e di parlamentare per ritornare nuovamente al ruolo di sindaco, non mi consente di sottacere, meglio di non partecipare al disperato dolore che esprimi nella Tua lettera indirizzata alla collettività politica.

So benissimo cosa provi. Le delusioni da sindaco di prima esperienza, peraltro impegnato nel difficile percorso della più grande fusione del Paese, costituiscono il presupposto delle amarezze che hai sin qui collezionato. Certo, conosco benissimo la solitudine dei sindaci, più o meno acclamati in pubblico, destinatari di affabulazioni ma pieni zeppi di solitudine nell’assunzione delle scelte difficili.  La Città unica che abbiamo generato, seppure nella diversità dei percorsi ritenuti ottimali, costituisce un impegno improbo, specie se considerato il ruolo cui saremo chiamati ad adempiere quali meri coadiutori del nominando commissario. E’ il contenuto della Città che ci preoccupa entrambi. E’ il non aver preventivato la fattibilità del progetto e gli strumenti di cui la stessa abbisognava ed abbisogna per divenire una realtà di successo e non già un evento deludente che solo negli anni riuscirà ad essere ciò che deve.Tutto ciò costituisce l'elemento fondante dell’incertezza che si legge nelle Tue accorate ma apprezzabili affermazioni. Le condivido, così come le ho sottolineate da sempre. Così come ritengo indispensabile la Tua “chiamata alle armi” delle Istituzioni superiori a che la nostra iniziativa si traduca in un rilancio del territorio e non già in un penoso fallimento. Certo, ti riferisci più volte alla Sibaritide. A quel nostro sacro territorio che avrebbe avuto bisogno, sin da oggi, di una definitiva riscrittura della più bella pagina di storia territoriale, attraverso la contemporanea inclusione, nella Città della Sibaritide, di Cassano allo Jonio. Così non è stato e così dovrà invece essere per rivendicare ciò che a questa parte della nostra stupenda regione spetta: investimenti reali, progetti pensati e ben sostenuti finanziariamente e non già promesse ed esibizioni pre-elettorali fini a se stesse. La politica, al netto delle sue esigenze di consenso, spesso incomprensibilmente perseguite, ha il dovere di rafforzare ciò che è debole, di assicurare ovunque i diritti di cittadinanza ove latitano ma principalmente di rendersi protagonista e garante del futuro dei nostri figli e dell'ottimizzazione del territorio rimasto indietro a causa delle trascorse disattenzioni. La Città di Corigliano-Rossano è l'occasione da non perdere per realizzare tutto questo! Non mollare, caro Stefano, così come lascerebbero presumere le conclusioni cui pervieni nel Tuo manifesto personale.

 

Con affetto Giuseppe Geraci

 

 

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