Il Consiglio regionale della Calabria lo scorso 30 gennaio ha approvato la proposta di legge per la istituzione del Comune unico Corigliano-Rossano. Qui di seguito si riporta l'intervento tenuto dal Presidente della Prima Commissione, Franco Sergio.

Quello che celebriamo è un progetto di fusione che ha visto coinvolti attivamente i cittadini e le istituzioni rappresentative non solo dai necessari primi atti d’impulso, ma anche nella fase di gestione della fusione che segue l’istituzione del nuovo comune. Infatti, come indicato dalla legge Delrio, (comma 120) e ripreso dall’art. 3 della proposta regionale, per permettere alle legittime istituzioni rappresentative dei Comuni in fusione di partecipare al processo di gestione della stessa, è previsto un Comitato Consultivo composto dai 2 sindaci uscenti che affiancheranno il Commissario nominato dal 1° marzo del 2018. Il comitato, inoltre, dovrà essere consultato sullo schema di bilancio e sull'eventuale adozione di varianti agli strumenti urbanistici. Il commissario di Governo convoca periodicamente il comitato, anche su richiesta della maggioranza dei componenti, per informare sulle attività programmate e su quelle in corso. In questi ultimi anni il tema delle fusioni dei comuni è crescente nel dibattito pubblico nazione ma il dato va a favore del Nord infatti su 76 comuni nati da processi di fusione ben 74 sono nelle regioni settentrionali e solo 2 al Sud. Conseguenza la quasi totalità dei finanziamenti statali decennali sono finiti nelle casse di quei comuni. Il legislatore nazionale incentiva questi processi tanto che nella manovra finanziaria per il 2018 lo stesso legislatore ha previsto: maggiori incentivi per le fusioni comunali fino ad un aumento del 50 % del contributo straordinario per la fusione. La proroga del blocco degli aumenti delle tasse comunali. Tale previsione consente ai territori di Corigliano e di Rossano di mantenere tributi e tariffe differenziate per 5 anni a partire dal 1° gennaio 2018. Vi è stata fino ad ora una sottovalutazione del progetto che è stato concepito come uno strumento soprattutto per i comuni di minore entità-demografica, impoveriti sul piano della sostenibilità finanziaria e delle infrastrutture, impossibilitati di ricorrere all’economia di scala e nello spirito di una più funzionale gestione delle risorse pubbliche ed una maggior efficienza efficacia nell’erogazione dei servizi e delle prestazioni da rendere esigibili alla proprie comunità a mente della costituzione e delle leggi attuative. In quest’ottica la Regione Calabria ha dovuto e deve mettere in campo non solo strumenti di incentivazione economica ma riscrivere un sistema di regole che disciplinano la fusione dei comuni nell’ottica di una più ampia riforma e riordino del sistema delle autonomie locali calabresi; una grande sfida per definire il rapporto tra Regione Provincie e Comuni. Un sistema viario disastrato, gli scarsi fondi per il sociale, le disattenzioni economiche verso la scuola e la sicurezza municipale, l’assenza di manutenzione infrastrutturale, le opere incompiute, la trascuratezza del trasporto Pubblico Locale, l’incapacità di avviare progetti innovativi e la mancanza di servizi di prima necessità (non parliamo di quelli più avanzati) costituiscono il vero gap di funzionamento dei comuni, favoriti da una eccessiva frammentazione amministrativa che genera polverizzazione delle risorse disponibili, nei cui confronti bisogna apporre un complesso organico di norme funzionali ad assicurare un corretto riordino territoriale. Una situazione così critica impone alla Regione normative specifiche che siano un credibile riferimento legislativo per una corretta attuazione delle politiche aggregative. Questo processo va a disciplinare il quadro della gestione amministrativa per i prossimi 20 anni almeno. Se guardiamo ai cicli storici, unico caso in Calabria nel 1978 Lamezia terme ed oggi Casali Del Manco. La storia deve rappresentare la memoria che rimarca la volontà dei territori per difendere e tutelare i piccoli comuni, borghi straordinari nei loro diritti di cittadinanza. La prospettiva, disegnare un percorso legislativo ampio e coraggioso e con la consapevole acquisizione da parte della giunta di dover rispettare i ruoli del Consiglio Regionale e delle Commissioni, per favorire ed incentivare il processo, il governo con l’ultima legge finanziaria promuove un bonus di (3 MLN per 10 Anni) che rappresenta uno stimolo molto appetitoso. SOGGETTI ABILITATI: A proporre l’istituzione di nuovi comuni attraverso processo di fusione sono consigli comunali, associazioni, cittadini  e la conseguente riduzione del numero dei comuni, di contro ne aumenta il peso e l’efficacia rendendoli destinatari di buona parte delle funzioni amministrative in atto in capo alle regioni che sgravandosene diventerebbe un organismo snello con funzioni legislative, regolamentari di programmazione, coordinamento e controllo, mentre i comuni non gestiscono solo servizi ma diventano soggetti attivi e dinamici di uno sviluppo sostenibile del territorio ed oltre. STUDIO Fattibilità: Si procede ad una analisi del territorio, popolazione, economia (rendiconti-bilancio assestato) per una prima valutazione della fattibilità finanziaria della fusione prendendo in Esame:

-Entrate Correnti

-Aliquote tributarie e tariffarie;

-Pressione Tributaria

-Spese Correnti;

-Rigidità della Spesa

-Equilibrio Finanziario;

-Indebitamento;

-Partecipazioni;

-Patrimonio Immobiliare.

Chi mette le risorse (la Regione come noto per i primi tempi  - oltre ai “bonus statali” dato che carico i comuni non ce la fanno). Il modulo va normato ed i soldi debbono essere legati al POR.

Fattibilità POLITICO-ISTITUZIONALE

Delineare nuovi scenari normativi, considerazioni sugli aspetti politici della fusione, sulla base di quanto emerge dalle dichiarazioni dei sindaci o portatori di interesse

-Scenari Normativi e opzioni;

-Questioni identità territoriale;

-Motivazioni delle Fusioni;

-Gli Ostacoli Della Fusione;

-Nodi Politici alla Fusione;

-Linee guida per la fusione;

-percorso Istituzionale.

 

-Lo stato eroga per 10 anni successivi alla fusione deliberato finanziaria ( 3 Mln Euro per 10 anni)

-La Regione eroga un contributo straordinario per 3 anni ed uno ordinario per 15 anni successivi alla fusione.

-La Comunità che nasce da fusione non è soggetto al patto di stabilità per 5 anni.

-La fusione non è reversibile.

Un bacino di ben 80 mila residenti un’area che è la più grande della nostra provincia, sono paramentri che consentono di pensare in grande aumentando le capacità di intercettare finanziamenti aggiuntivi e consentendo al nuovo sindaco di non essere solo un mero esecutore della raccolta di “odiate ancorché necessarie imposte” ma di esercitare un ruolo di indirizzo e, soprattutto di programmare a media scadenza senza le solite ristrettezze causate da bilanci asfittici. Gestire dunque risorse per grandi progetti di servizi indispensabili potrebbe aumentarne la quantità e migliorarne la qualità: servizi idrici, trasporti e viabilità, sanità, welfare ed assistenza di competenza comunale, cultura  e sport. Riducendo gli attuali tassi di indebitamento si realizzerebbe la miglior efficienza della macchina amministrativa e la centralizzazione abbasserebbe molti costi delle procedure, esaltando le specializzazioni e valorizzando il patrimonio di risorse umane.

Identità Territoriale:

E’ una costruzione sociale che può affondare le radici nella tradizione ed essere rinnovata in un mondo che cambia rapidamente e con un notevole aumento della mobilità delle persone e delle famiglie. Le radici territoriali delle singole persone non vengono modificate e si mantengono nella memoria della persone e delle famiglie.

STATUTO : Disciplinato dalla legge 56 DELRIO;

In Attesa della sua stesura si applica quello del comune

-Statuto unitario più Grande

-Statuto del comune più grande che avrà efficacia sino alla stesura del nuovo;

-Gli statuti o le proposte dovrebbero essere elaborati con condivisione e partecipazione popolare.

*-Istituzionalizzare rapporto degli amministratori uscenti con il commissario (per portare a compimento, accompagnare ed affiancare per costruire il nuovo comune con un percorso partecipato )

*-Benefici dei comuni fondentesi:Comma 5 Art.1

-Interloquire con i dipartimenti interessati sul problema risorse.

-Non sono soggetti al patto di stabilità:

-Cadono i vincoli sulle assunzioni;

-Premialità, blocco aumento tariffe per 5 Anni dal 16 gennaio 2018

N.bA parità di costi senza oneri aggiuntivi si potrebbe istituire per tenere conto e memoria l’osservatorio, con un’università ed altre strutture amministrative, costituirebbero un punto stabile di raccolta di informazioni, con accapo un dirigente di settore con una reale conoscenza

RAPPRESENTANZA POLITICA NUOVO COMUNE :

-Istituzione /mantenimento municipi negli ex comuni;

-Elezioni organi consultivi nei municipi;

-Norme partecipazioni cittadini alle scelte fondamentali.

Modello organizzativo: dovrebbe prevedere

-Diffusione servizi nel territorio, tramite  sportelli decentrati dei servizi di prosimità

-La gestione centralizzata del Back-Office e delle funzioni di gestione dei servizi;

-Mantenimento sedi Comunali, come punto riferimento per i cittadini

-Ai cittadini interessa che si cambi in meglio e interessano soprattutto i risultati non come si organizza per raggiungerli

-Il nome ed i simboli del nuovo comune dovranno riflettere l’identità dell’area territoriale.

OBIETTIVI GENERALI FUSIONE :

-Valorizzazione e migliore amministrazione dei beni comuni nella comunità locale.

-Cambiare per non perdere potere e capacità  di amministrare

-Fondere per avere più forza di rappresentanza nelle istanze superiori

-La Fusione si ripropone come una opzione per semplificare il quadro istituzionale ed i processi decisionali.

Obiettivi Intermedi:

-Ridurre i costi di struttura e migliorare l’efficienza, al fine di rendere servizi migliori ai cittadini.

-Mantenere adeguate forme di partecipazione e rappresentanza dei cittadini nei municipi, previsti dalla legge e che possano coincidere con gli attuali comuni.

Sono tutte sfide impegnative, difficili, che impongono un duro lavoro di impegno e protagonismo della società civile e di tutti i corpi intermedi compresi i partiti (se vogliono mantenere un ruolo e non assistere da passivi spettatori) non sarà facile sia chiaro, nessuno qui pensi che domani i problemi di Rossano e Corigliano, con la bacchetta magica di “Harry Potter” si risolveranno – specie quelli della sanità – nessuna rendita di posizione, tutti dovranno mettersi in gioco e spremere il meglio delle loro capacità e professionalità. L’alternativa non sarà “un’altra elezione” ma il fallimento ed il tradimento delle speranze e delle promesse e lo sfascio delle istituzioni.

Franco Sergio - Presidente Prima Commissione Regione Calabria

 

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