È iniziata con una tappa a Melissa, per la deposizione di una corona da parte di Cgil, Cisl e Uil al cippo che ricorda i caduti della strage di Fragalà del 1949, la celebrazione del Primo Maggio in Calabria, che si sta svolgendo a pochi chilometri di distanza, a Carfizzi, e che ha per tema “Sicurezza, il cuore del lavoro.
Alla manifestazione sono presenti il segretario confederale della Cgil, Maurizio Landini; il segretario generale aggiunto della Cisl Luigi Sbarra e il segretario generale della Feneal Uil, Fabrizio Pascucci. A seguire i rappresentanti nazionali dei sindacati e i segretari generali regionali Angelo Sposato (Cgil), Paolo Tramonti (Cisl) e Santo Biondo (Uil) hanno raggiunto Carfizzi per partecipare al corteo che si è snodato fino alla “Montagnola” luogo di ritrovo storico delle popolazioni locali che da un secolo esatto celebrano in questo luogo la festa del Primo Maggio. Tema centrale della giornata è quello della sicurezza sul lavoro. «Abbiamo scelto – ha detto Landini – di dedicare questa giornata alla denuncia delle morti sul lavoro. Un fenomeno in aumento come dimostrano i dati relativi ai primi quattro mesi di quest’anno e che ci danno la dimensione di una strage. Bisogna agire per creare lavoro di qualità e combattere la precarietà». «Il lavoro non c’è e quando c’è è precario e questo in genere mette paura tra le persone. Un qualcosa che, dal nostro punto di vista, è frutto delle politiche sbagliate che sono state attuate in questi anni», ha proseguito Landini. «In particolare – ha aggiunto – c’è bisogno di rilanciare gli investimenti pubblici e di avere un’idea diversa del paese e del Mezzogiorno. Per parlare di grido d’allarme è già tardi perché i segnali sono già arrivati da tempo sia sul piano elettorale sia su quello del lavoro che non c’è più. Si pensi che sono più gli italiani che vanno a lavorare all’estero che gli stranieri che vengono a lavorare in Italia checché ne dica qualche esponente politico. E questo dovrebbe fare riflettere tutti». «Qui, dal nostro Sud, a Carfizzi, luogo di lotte contadine contro lo sfruttamento e il caporalato, vogliamo lanciare un messaggio forte a tutte le istituzioni e alla politica: la sicurezza nei luoghi di lavoro impone una svolta, un’azione decisa e coordinata con le articolazioni della società per dare risposte a un’emergenza nazionale che presenta ancora al Mezzogiorno le ferite più dolorose». Così Luigi Sbarra, segretario generale aggiunto Cisl, intervenuto questa mattina a Carfizzi nel comizio per la celebrazione del Primo Maggio. «Il sindacato – ha aggiunto – deve essere maggiormente coinvolto in una strategia ben declinata sui territori. Servono più ispezioni, e più ispettori. Ma soprattutto ci vuole la capacità da parte delle istituzioni di orientare i controlli in maniera più mirata e intelligente. Per questo la cooperazione con il mondo del lavoro è determinante». «Il Mezzogiorno – ha sottolineato ancora Sbarra – può diventare la più rilevante opportunità di rilancio per l’economia italiana ed europea, ma per il momento rappresenta la più grande occasione persa. Dobbiamo partire dalla più strategica delle risorse: il capitale umano». «Il lavoro dignitoso è la colonna su cui si regge lo sviluppo e la precondizione essenziale per prosciugare il bisogno di cui si nutre il cancro della criminalità organizzata. Ognuno deve fare la sua parte. I leader si partito guardino bene le bandiere unite del sindacato. E si rendano conto che la politica ha molto da imparare da questa società e dal nostro Sud», ha concluso il sindacalista.