di Salvatore Martino

In un tempo in cui la cultura dell’effimero e della materialità si è impadronita di gran parte dei comportamenti umani, il fascino delle cose concrete, della esteriorità, e la voglia di apparire a tutti i costi, non risparmia neppure i cristiani e gli uomini di Chiesa.

Il richiamo del Vangelo di questa domenica appare più che evidente, perché sollecita a non lasciarsi suggestionare dalla mondanità e a ricercare la verità, la sobrietà, e l’essenziale. Gesù, in questo brano del Vangelo di Giovanni, avverte esplicitamente i suoi del pericolo che si corre quando si riduce l’esperienza cristiana a semplice prassi. Dio non può essere dato per scontato ma va cercato, e non può essere mescolato con le cose che ci piacciono o, peggio, con i nostri interessi. Di questi tempi, poi, non si può confondere l’etere con lo Spirito. Il messaggio cristiano punta più in alto, e pur non rinunciando ai moderni canali della comunicazione, non può diventare social o trasformarsi in spot da proporre agli utenti, perché riguarda la vita delle persone e la loro salvezza.

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