di Alfonso Pietro Caravetta (tratto dalla pagina facebook personale)

Accolgo con piacere il fervore politico che si va sempre più serrando per le prossime, ormai giunte, amministrative.

Tuttavia, dopo aver fatto i conti della serva, le forze politiche in campo devono fare sintesi per un progetto comune di Città e di territorio. Proprio come il nostro buon Stasi ebbe modo di inaugurare durante la sua felice elezione e di seguito poi trascriverne i contenuti nelle sue linee programmatiche: carta straccia! Nonostante le opportunità di fondi e finanziamenti in questi anni, la Città unica  è ancora di là da venire con i due centri storici moribondi e spopolati. Soprattutto quello coriglianese. Dove ha mancato il nostro sindaco Stasi ? La considerazione  di un vero progetto politico nasce  e si forma se assumiamo  una  proposizione "ideologica" che deve essere  di sostanza e non solo di forma:  Cos' è una Città? è la domanda formale ; Come e con quali strumenti, mezzi, tempi ed uomini si costruisce una Città? è la proposizione sostanziale, realizzarla è traslare un progetto astratto, un' idea che si muove  attraverso le gambe, le menti ed il cuore della comunità cittadina per mezzo di  una classe dirigente capace e lungimirante che metta da parte gli interessi di bottega. Non un uomo solo al comando ma un insieme di personalità che di concerto eseguono un progetto politico. Una proposizione ideologica, una visione futura della Città,  che bisogna rendere attuabile, richiamando  le intelligenze laiche al fine  di dare un contributo politico per il bene del territorio. Partecipazione alla res pubblica era il punto fermo di Stasi. I concerti ne hanno sostanziato, a suon di milioni di euro, la furbizia del populista. Certamente una Città è anche svago ma non può prendere ad esempio la Città dei Balocchi dove tutto è possibile come lo sperpero di denaro pubblico e le assunzioni amicali, le promozioni di categoria dei dipendenti comunali in fase elettorale. E pur sorvolando   sull'operato sociale e culturale del nostro Stasi bisognerà farlo a volo radente per meglio osservare il lungo elenco di denaro allegato ad associazioni vicine ed amiche e le compravendite mirate per liberare da ingombranti edifici storici cari amici-nemici e vegliardi. Di fatto per una lettura politica del carattere di Stasi in questi cinque anni nelle relazioni con il pubblico basterà leggere i necrologi quotidiani: "solo opere di bene " per gli amici e "si dispensa dalle visite" per tutti gli altri. E di certo non bastano dieci scalmanate cheerleaders che si professano martiri e sante per qualificare un progetto politico di una tale portata o tifoserie di personaggi senza arte né parte. Se davvero vogliamo il bene di questo territorio bisognerà assumersi la responsabilità di aprire un serio dibattito non su quel che vuole il popolo, ma su quel che la politica a tutti i livelli vuole fare per frenare il decadimento culturale, politico e morale di questo tempo e del nostro territorio. Stasi, lo ripeto, è figlio di questo tempo.  Figlio di un sistema che lo ha partorito senza cesareo e si rivolge con un identico registro di vecchio sistema ai suoi potenziali milioni di elettori, fagocitati da una sottesa megalomania, tutti tifosi della propria impotenza ed imbecillità nel credere di scegliere un piatto prelibato da un menù di prodotti già scongelati, precotti, preordinati e scaduti. Bisogna, per questo essere consapevolmente alternativi e considerare l'audacia quale antesignana della spregiudicatezza e l'intelligenza politica antagonista della furbizia spiccia. Intelligenti pauca.

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