Foto: L’Adorazione dei Magi. Giotto, inizio XIV sec.
di Alfonso Pietro Caravetta (tratto dalla sua pagina fcebook)
Nel VI sec A. C. un Principe d'oriente venne rapito dalla verità e ne venne "Risvegliato". Nel IV sec. A.C in Grecia Socrate considerò il dialogo quale unico mezzo per ricercare la verità. Nel 33 d.C un prefetto romano chiese ad un re in catene cosa fosse la verità e ne seguì nel silenzio di quel momento un regno celeste. Più recentemente in India un giovane avvocato volle abbracciare la verità manifestandola con la non violenza. In ogni tempo e luogo del mondo Esseri, portatori di luce, hanno offerto con amore la loro esistenza per dare esempio di verità. Per Gesù, Buddha, Pitagora, Socrate, Gandhi la verità viene raggiunta purificandosi nella sofferenza e nel superamento del dolore, nel recidere ogni resistenza imposta dalla carne. Tutti questi illuminati in tempi e luoghi diversi intrapresero un analogo percorso spogliandosi del proprio Ego per unirsi ad una energia universale che noi intuiamo come verità . Un oltre che rintracciamo in quelle parole che vibrano di luce e speranza al di là di tempo e luoghi. Questa mia riflessione in tempo di Epifania è un ammonimento verso i vizi che nutriamo e le falsità quotidiane a cui spesso veniamo sottoposti. Il ruolo fondamentale della Cultura in questo tempo è l'unica ancora di salvezza che può darci possibilità di essere uomini e donne migliori. Così voglio sottolineare che quando al posto di un Sistema Culturale viene somministrato un sistema di corruzione, di vizio, di intrattenimento è del tutto evidente che l'obiettivo è renderci dormienti. Per questo uomini di genio hanno lasciato traccia della loro sapienza ricordandoci che la verità e la libertà costano e fingere è chiaramente il modo migliore per presentarsi agli altri puri e casti. Tuttavia la menzogna compagna della violenza ha sempre i passi contati e la si riconosce in fretta così come scritto nel "Macbeth" : "La vita è un’ombra che cammina, un povero attore che si agita e pavoneggia la sua ora sul palco e poi non se ne sa più niente. È un racconto narrato da un idiota, pieno di strepiti e furore, significante niente".