Di Giacinto De Pasquale

“La vita dei morti è riposta nel ricordo dei vivi. (Cicerone)”. Il ricordo del caro amico Pino Cacozza è sempre vivo in tutti noi, proprio grazie a quello che gli amici di “Zef Kakoca” hanno messo in campo per ricordarlo.

Pino ci ha lasciati il 20 febbraio 2021 a soli 63 anni. Da quel momento è scattata una “gara” per ricordarlo, ma soprattutto per non far disperdere il grande patrimonio culturale e umano che il cantautore arbereshe ci ha lasciato. A distanza di due mesi, era il 22 luglio scorso, voglio tornare sulla importante e significativa iniziativa tenutasi presso la “Villa Marchianò” di San Demetrio Corone. In quella circostanza la FAA (Federazione Associazioni Arbereshe”), presieduta da Damiano Guagliardi, ha presentato un prezioso ed interessante volume nel quale sono stati raccolti gli atti del convegno del “Ricordo di Pino Cacozza” tenutosi il 18 settembre del 2021 a San Demetrio Corone, voluto anche dall’Amministrazione comunale sandemetrese. Quello che accadde la sera del 22 luglio scorso è stato descritto su questo blog dall’amico Gennaro De Cicco che, tra l’altro, è stato uno dei curatori della pubblicazione. Ma su questo volume era ovvio che anche noi dovevamo spendere più di una doverosa parola. Innanzitutto un sincero ringraziamento va fatto alla FAA e a quel Damiano Guagliardi personaggio sempre molto attento e attivo nei confronti della cultura arbereshe. Così come un sincero plauso va fatto a Francesco Perri e Gennaro De Cicco i quali attraverso un paziente lavoro hanno assemblato il lavoro. Dicevo che questa pubblicazione, preziosa e interessante, offre al lettore la possibilità di conoscere in maniera ampia ed approfondita, non solo la figura ma l’intenso e qualificato lavoro realizzato da questo autentico professionista del canto e della cultura arbereshe. I cenni biografici, l’attività poetica e letteraria, la raccolta di poesie, le canzoni, il romanzo, le testimonianze di tanti amici, conoscenti e familiari, e tanto altro ancora offrono uno spaccato molto interessante di quello che è stato Pino Cacozza. Ecco perché all’inizio riportavo la frase di Cicerone, perché è proprio attraverso quello mettono in campo i vivi per ricordare i morti, che questi ultimi vengono consegnati al ricordo eterno. Attraverso questa pubblicazione della FAA siamo certi che le giovani generazioni potranno attingere per capire chi è stato Pino Cacozza, ma soprattutto quel’è stato il suo contributo nella direzione di preservare e arricchire la cultura arbereshe. Un volume che si legge in pochissimo tempo perché abbastanza snello e ricco di informazioni che catturano l’attenzione del lettore. Sono convinto che Pino meritava tutto ciò, ma credo ancora che il lavoro di “Zef Kakoca” debba continuare ad avere nel tempo altri momenti di conoscenza e riflessione. Vorrei concludere questo mio modesto contributo sulla figura di Pino Cacozza con quanto da lui scritto sul volume di Gennaro De Cicco dal titolo “Un curioso giocattolo”, intervento che in un certo senso lo possiamo definire come una sorta di testamento culturale e umano di Pino Cacozza :”Giovinezza, giovinezza, che tutto macini e triti e fuggi via come un treno in corsa verso l’infinito, verso l’ignoto, verso l’oblio e spargi petali di sogno lungo il percorso e nelle stazioni ti fermi ad osservare quel presente che t’appartiene e smuovile menti e produci scintille e trasformi la staticità. Quando nell’ottobre del 1984 rientrai da un mio viaggio artistico in Albania trovai la desolante notizia della morte di Radio Skanderberg. Una morte improvvisa, notturna, senza alcun preavviso, che infuse nel mio animo una tristezza mai provata prima, quell’incredulità di chi non concepisce la scomparsa, la fine, il precipizio del non più….” Ciao Pino ci mancherai davvero tanto perché persone come te, anche se rimarranno per sempre nel cuore della gente comune, dovrebbero lasciarci il più tardi possibile.

 

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