Fonte: La Redazione

Sabato scorso nel corso di una cerimonia è stata intitolata al compianto Giorgio Leone la biblioteca civica rossanese. Un atto dovuto nei confronti di un figlio nobile della città bizantina. Ho avuto l’onore ed il piacere di conoscere il professore Leone, grande amico del caro e compianto Enzo Viteritti. Enzo lo stimava, stima ricambiata, Giorgio Leone è stato uno dei collaboratori storici della famosa rivista fondata da Viteritti “Il Serratore”. E leggendo alcuni numeri del bimestrale si può comprendere pienamente la professionalità e competenza, nel campo dell’arte, del prof. Giorgio Leone.

In un recente articolo di Martino A. Rizzo, pubblicato sul sito www.informazionecomunicazione.it,  si coglie la portata della figura umana e professionale di Leone. “Rossano – scrive Rizzo - annovera tra i suoi figli un grande storico dell’arte, Giorgio Leone (1959-2016), che tanto si è speso per favorire la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio artistico rossanese e calabrese. Era nato a Cosenza nel 1959, ma prestissimo era venuto a Rossano con la sua famiglia, trascorrendo la sua fanciullezza nel quartiere Traforo e respirando così, fin da bambino, l’aria e la cultura della città di quelle “timpe russe”, che poteva ammirare da casa sua. Ultimo di una numerosa e splendida famiglia, apprese fin da subito le grandi lezioni di dignità, rettitudine e perseveranza inculcate dal padre Arnaldo e dalla madre Carmelina e, forte di questo solido bagaglio, iniziò da giovanissimo il viaggio nella grande passione della sua vita: la storia dell’arte. A Cosenza cominciò a frequentare prima il liceo artistico e successivamente la facoltà di Lettere Moderne, laureandosi nell’anno accademico 1982/83 con una tesi su “Saracena, Preesistenze islamiche nell’insediamento medioevale”, con 110/110 più lode e dignità di stampa. Tesi che poi venne pubblicata nel 1985. Nello stesso anno fu assunto presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali nella Soprintendenza per i Beni della Calabria di Cosenza. La passione per la storia dell’arte però lo dominava e così, - scrive ancora Rizzo - proseguendo negli studi, nell’anno accademico 1986/87, conseguì il perfezionamento in Storia dell’Arte presso l’Università degli Studi di Urbino, con la votazione 70/70 e lode e una tesi sulla “Diffusione della pittura postbizantina e cenni sulla diffusione dell’immagine iconica in Calabria”. Nel 2002 si trasferì a Roma presso il Ministero dei Beni Culturali, ricoprendo tanti incarichi, ma non si possono non menzionare quello di responsabile di alcuni lavori di restauro del Quirinale e l’altro di Direttore della Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Corsini. Nel frattempo, di pari passo, continuava la sua infaticabile attività di ideatore, curatore e organizzatore di mostre, eventi e manifestazioni di grande respiro, sia in Italia che all’estero, ricevendo ovunque consensi e apprezzamenti. San Paolo del Brasile, Cuba, Belo Horizonte, Brasilia, Buenos Aires, Pechino sono alcune delle città che hanno ospitato mostre da lui curate. A questa frenetica attività affiancava, fin dal 1992, la docenza all’Università della Calabria, mentre copiosa era la sua produzione scientifica con studi su Caravaggio, ma soprattutto sui conterranei Francesco Cozza e Mattia Preti. Infatti, da buon calabrese, ha sempre avuto l’obiettivo di dare lustro agli artisti e ai capolavori della sua terra. Posseduto dalla passione insaziabile per l’arte, era sempre in mille posti, che fosse l’Italia, la Calabria, l’estero, e così si era abituato a sfruttare la notte per approfondire e documentare meglio le sue ricerche, divorando libri su libri. Alla sua città e al circondario dedicò molta attenzione con studi sulla Cattedrale, sull’Achiropita, sui dipinti delle chiese e fece anche parte del Comitato Scientifico della Diocesi per i festeggiamenti del ritorno a Rossano del “Codex Purpures Rossanensis” (luglio 2016), dopo i tre anni di lavori per riportarlo al suo antico splendore”. Non ce altro da aggiungere a questo profilo attento e puntuale di Martino A. Rizzo. Giorgio Leone ha lasciato nelle comunità coriglianese e rossanese una traccia davvero indelebile del suo cammino umano, fatto di storia, passione per lo studio, passione per le sue comunità e tanta umanità.

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