Spero che stiate passando questi giorni in pace e serenità.  Il vangelo di oggi mette al centro la Famiglia di Nazareth che si fa custode della nuova vita che è venuta ad abitare in mezzo a loro. 

Vi lascio alcune parole su cui poter riflettere in questa giornata: 
«Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?».
Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
Scese dunque con loro e venne a Nazareth e stava loro sottomesso
Lc 2,41-52
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Per la prima volta nel vangelo di Luca, Gesù parla di Dio come Padre mio. Lungo il racconto questa espressione assume significato sempre più profondo. Per ora, con Maria e Giuseppe, restiamo sulla soglia di un mistero che chiede tempo e ascolto. Del lungo periodo di Nazareth, prima che Gesù si riaffacci come presenza del regno di Dio e figlio dell’uomo venuto per servire e dare la vita, abbiamo solo essenziali pennellate. Il vangelo ce lo mostra sottomesso a genitori capaci di custodire ciò che non capiscono senza nulla togliere alla cura che fa crescere. Ogni focolare domestico, come la famiglia di Nazareth, è chiamato a farsi custode della vita divina, che è presenza di Dio Amore fra noi. Egli stesso ci insegna l’arte quotidiana dell’accoglienza reciproca e il dono incessante della carità. Il Signore vi benedica.  

 

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