di Francesco Caputo
Sant’Antonio Abate, santo protettore degli animali domestici, è festeggiato in tutta Italia, raffigurato con un maialino vicino. In suo onore vengono accesi dei falò, in omaggio alla capacità del santo di strappare dalle fiamme dell’inferno le anime dei peccatori e la volontà di abbandonare tutto ciò che appartiene ai mesi passati e di rinnovarsi a partire da questo mese.
Secondo la tradizione e sulla base di antiche leggende, durante la notte di Sant’Antonio Abate agli animali è data la facoltà di parlare. Caro Sant’Antonio vorrei chiederti di far parlare gli animali, che forse sarebbero più convincenti, su alcuni gravi problemi che affliggono questo territorio. Il problema della Sanità, carissimo Sant’Antonio, tu stavi nel deserto, ma qui, in Città, le condizione dei nostri ospedali e del servizio sanitario sono davvero al limite. Una Città ed un territorio invaso dai rifiuti, colpa nostra che non seguiamo una corretta raccolta ma anche colpa di chi, nel tempo, non ha pensato a creare soluzione diverse per il conferimento dei rifiuti e mentre c’è chi produce energia “grazie” alla spazzatura noi paghiamo bollette carissime senza i servizi garantiti. Caro Sant’Antonio forse abbiamo davvero bisogno di ascoltare gli animali, perché gli esseri umani, quando parlano, fanno danni. “Quando tacete, non vi venga creduto di far atto di virtù, ma di non esser degni di parlare.“