di Salvatore Martino

Se per una volta, almeno in questa giornata, riuscissimo a vincere la stupida presunzione di sentirci padroni di tutto, forse, riusciremmo a individuare un qualche spiraglio che ci aiuterebbe a considerare la vita nella sua interezza e non contingentata entro i confini, spesso angusti, del visibile.

Il tempo scorre e l'eternità non è all’ordine del giorno su questa terra, e la morte, per quanto dolorosa e terribile, non si vince cercando di rimuoverla.  In una giornata come questa, che è dedicata alla memoria dei defunti, e che si presta moltissimo alla riflessione e al raccoglimento, dedicare qualche minuto a coloro che non ci sono più e che un tempo facevano parte della nostra vita, ci aiuterebbe a guardare in avanti con maggiore consapevolezza e con più rispetto per il mistero che ci sovrasta. Chiederci dove sono e pretendere di dare noi la risposta non risolve il problema. Porci, invece, nella prospettiva di poterli incontrare di nuovo, quando sarà il momento, in una condizione e in una dimensione diversa, ci aiuterebbe a percepire il vero senso della creazione e a sentirci tutt’uno col resto del mondo.

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