di Francesco Caputo

18 anni per aver ucciso una ragazza, sono gli anni che dovrà scontare l’assassino di Fabiana, sentenza stabilita dalla Corte di Cassazione.

Ma sono 6 anni che si è fermato il tempo per la famiglia Luzzi, per gli amici di Fabiana e per quanti, da quel momento, hanno iniziato ad avere paura, paura di non essere difesi, paura di avere vicino un “carnefice” e non poter fare nulla. Ho incontrato diverse volte il Sig. Luzzi al cimitero, uomo composto, nei suoi occhi, ogni volta, leggo e percepisco un dolore immenso, atroce, difficilmente paragonabile. In questa triste vicenda è da grande esempio, un uomo e padre che ha chiesto giustizia, giustizia che non sempre arriva. Fabiana ha avuto una splendida famiglia, Fabiana però continua a “morire” nel degrado di questo territorio, nelle parole di un folle che minaccia la sua compagna, Fabiana muore nella nostra omertà, nei nostri silenzi, quando conosciamo situazioni di degrado e violenza e facciamo finta di nulla. Io non so se il papà e la mamma di Fabiana credono nell’aldilà, ma sono sicuro che la loro figlia non lascerà mai il loro cuore e i loro passi. Hanno “solo” chiesto giustizia, hanno solo chiesto verità, giustizia e verità anche per questa terra  che per uno strano scherzo del destino era in clima elettorale 6 anni fa, come ora. Ciao Fabiana, sei diventata figlia, sorella e amica di tutti, sei viva negli occhi della tua mamma e del tuo papà, delle tue sorelle, dei tuoi amici e di quanti hanno conosciuto il tuo sorriso. Non si può uccidere la primavera!

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