di Salvatore Martino

Nel mentre, in tutto il mondo, i giovani stanno protestando per i cambiamenti climatici causati dall’incoscienza dell’uomo, le condizioni del pianeta continuano a deteriorarsi, e la politica, che da tempo ha smesso di occuparsi di futuro, un po’ per inettitudine un po’ perché non è più in grado di guardarsi attorno, non sa dove mettere le mani.

Nel frattempo, le grandi potenze industriali, che hanno, a loro piacimento, globalizzato il mondo, continuano imperterrite a mietere interessi e a causare squilibri letali sulla terra. Il sistema perverso degli interessi ha deturpato tutto: gli equilibri biologici, le regole insite nella natura, l’ambiente, e la stessa possibilità di sopravvivenza per gli esseri viventi è stata piegata alla logica depravante del mercato e del denaro.  L’uomo non avrà più futuro su questa terra se non sana il rapporto con se stesso e col creato. Deve smetterla di sentirsi un dio e ricominciare, da uomo, ad adoperarsi a che il suo cammino su questa terra ritorni ad essere di civiltà e non di distruzione.

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